Nonostante i pregiudizi anticristiani, è agli insegnamenti e
all’esempio di Gesù Cristo che le donne devono oggi la maggior parte
delle loro libertà. L’avvento del cristianesimo ha prodotto l'elevazione della dignità,
della libertà e dei diritti delle donne a livelli mai visti prima in
nessun’altra cultura o religione. Infatti, come ha affermato lo
storico Alvin J. Schmidt nel suo How Christianity Changed the World: La nascita di Gesù ha segnato una svolta nella storia del genere femminile. Come risultato degli insegnamenti e dell’esempio di Gesù
Cristo, le donne in gran parte del mondo oggi, specialmente in
Occidente, godono di molti più privilegi e diritti che in qualsiasi
altro momento della storia.
Per contrasto, basta guardare come vengono trattate le donne in quei
paesi in cui il cristianesimo ha avuto poca influenza, ad esempio nel
Medio Oriente musulmano. Le donne cristiane sono state pubblicamente
spogliate e frustate in Sudan per non aver indossato l’Abaya
islamica (un indumento nero che copre la testa, il viso e l’intero
corpo). Sotto i talebani in Afghanistan alle donne era proibito andare a
scuola, lavorare fuori casa o persino camminare senza che tutto il loro
viso e la loro testa fossero coperti dall’Abaya. In Iran, le
donne sono state arrestate e incarcerate per aver messo il rossetto. In
Arabia Saudita, è illegale per le donne guidare un veicolo a motore.
Anche la poligamia è ampiamente praticata nelle religioni non
cristiane. Il cristianesimo l'ha sempre rigettata perché
inibisce e di fatto annichilisce l’amore esclusivo e la reciproca devozione. I cristiani
hanno sempre sostenuto che l’amore tra un uomo e una donna debba
essere esclusivo, perché il matrimonio non si degradi di fatto a mera
lussuria fisica. Nessuna donna che ama il marito e desidera essere
pienamente amata in cambio può tollerare “un’altra moglie”. La monogamia
conferisce riconoscimento, status e valore a una donna.
Approvando la poligamia, le amanti, le “spose minorenni”, i
“matrimoni temporanei” per tre notti o più, ad esempio, l’Islam nega il valore di un
matrimonio autentico, basato su un amore esclusivo, devoto e duraturo.
La poligamia erode anche il concetto di famiglia biblica. Il
cristianesimo ha sempre sostenuto che solo la monogamia garantisce il
riconoscimento, lo status e il valore di cui una donna ha bisogno,
nonché l’ambiente ideale per crescere i figli in una famiglia stabile e
amorevole.
Poche persone si rendono conto di quanto fossero promiscue e
depravate le culture prima dell’avvento del cristianesimo. Lo storico
britannico Edward Gibbon ha affermato nel suo Declino e caduta dell'impero romano che la fedeltà coniugale
nell’Impero romano era praticamente sconosciuta. Non solo l’adulterio e
la fornicazione erano comuni, ma diffuse erano anche le pratiche
sessuali più debosciate. Persino gli atti sessuali più depravati e
osceni venivano spudoratamente illustrati su oggetti domestici come
lampade, ciotole, tazze e vasi. Romani e i greci compivano
esercizi e facevano il bagno nudi in pubblico.
Lo scrittore romano Ovidio osservò che i rapporti sessuali erano
diventati sadici e masochisti. Catullo, uno scrittore romano, evidenziò
come tra i romani prevalesse la pratica di orge e sesso di gruppo.
Svetonio riferì che l’imperatore Tiberio aveva donne nude che servivano
ai suoi tavoli mentre cenava. Tiberio aveva anche prostitute che si
impegnavano apertamente in sesso di gruppo come intrattenimento per il
suo piacere.
L’imperatore Caligola era dedito all’incesto con tutte le sue
sorelle, faceva sesso mentre mangiava e spesso torturava le persone
durante le sue orge. L’imperatore Tito si circondava di ogni genere di
perversione. L’imperatore Domiziano si dedicava a relazioni incestuose.
L’imperatore Commodo aveva un harem di 300 concubine e 300 ragazzi per
soddisfare i suoi appetiti transessuali. L’omosessualità e la pedofilia
erano dilaganti a Roma e nella Grecia antica. Tiberio, Nerone, Galba,
Adriano, Commodo e molti altri imperatori si dedicavano a diffuse
perversioni omosessuali e a ciò che oggi sarebbe classificato come
molestie su minori. Opere teatrali decadenti, tra cui sesso dal vivo,
mutilazione e bestialità sul palcoscenico, divennero comuni durante i
regni di Nerone e Traiano.
In questo ambiente decadente il messaggio e lo stile di vita
cristiani giunsero come radicali, rivoluzionari e oltremodo offensivi. Non commettere adulterio Esodo 20:14; Il matrimonio sia onorato da tutti e il letto coniugale sia puro, perché Dio giudicherà l'adultero e tutti i fornicatori. Ebrei 13:4; Il marito adempia il suo dovere coniugale verso la moglie e similmente la moglie verso il marito. 1 Corinzi 7:3; Sottomettetevi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Efesini 5:21; Siate rispettosi verso le vostre mogli e comportatevi con loro con riguardo. 1 Pietro 3:7.
Non solo i cristiani sostenevano che il matrimonio dovesse essere tra
un uomo e una donna per tutta la vita, ma insistevano anche sul fatto
che i rapporti sessuali dovessero essere limitati al matrimonio.
Credevano inoltre che l’atto sessuale rendesse la coppia “una sola
carne”. Questo concetto molto radicale richiedeva alle coppie sposate di
rimanere totalmente fedeli l’una all’altra. Il sesso extraconiugale non
era solo infedeltà al proprio coniuge, ma violava l’espresso comando di
Dio e faceva violenza al concetto di “una sola carne”.
Rifiutando la poligamia, l’adulterio, la fornicazione, la nudità
pubblica e la rappresentazione artistica degli atti sessuali, sia
apertamente sul palco, sia graficamente raffigurati su oggetti
domestici, i cristiani istituirono una moralità sessuale completamente
nuova. Come dichiarò lo storico secolare Edward Gibbon: La dignità del matrimonio fu ripristinata dai cristiani (Declino e caduta dell'impero romano).
Il cristianesimo ha notevolmente elevato la moralità sessuale del mondo.
Opponendosi all’adulterio, alla fornicazione, all’omosessualità, alla
molestia sui minori, alla bestialità e ad altre devianze sessuali, il
cristianesimo ha dato un contributo alla civiltà senza precedenti. Fu
come risultato dell’instancabile lavoro dei cristiani che nel V secolo
la moglie fu in grado di divorziare da un marito adultero, cosa mai accaduta prima nel mondo antico.
Il cristianesimo equiparò l’adulterio a un crimine e conferì dignità e
bellezza alla cerimonia nuziale formale. Prima del cristianesimo le
cerimonie nuziali erano tutt’altro che dignitose. In linea con la scarsa
considerazione delle donne e del matrimonio nel suo complesso, canti
osceni, scherni e palesi esibizioni di estrema decadenza erano parte
integrante dei matrimoni romani. Tuttavia, dal IV secolo, il
cristianesimo portò una rivoluzione nella visione dello stato del
matrimonio, introducendo una dignità, una bellezza e una solennità nei
matrimoni che non si erano mai viste prima. La convinzione che il
matrimonio sia un’istituzione divina, un sacramento, ha origine nel
cristianesimo (Storia del matrimonio, di Edward
Westermarck).
L’avversione che la società occidentale nutre ancora generalmente per
la pedofilia (e le molestie sessuali sui bambini) è una conseguenza
diretta del cristianesimo. Prima del suo avvento, la pedofilia e
l’omosessualità erano completamente accettate dalla società romana e
greca. Le opere teatrali, i romanzi, le opere d’arte e persino gli
scritti dei loro filosofi romani e greci rivelano un’accettazione e
spesso un’ossessione per la pederastia. Gli imperatori romani Tiberio,
Nerone, Galba, Adriano, Commodo, tra molti altri, erano famigerati per le
loro numerose relazioni omosessuali con i bambini. La bisessualità, la
perversione e la devianza sessuale erano diffuse in tutta la cultura
pagana dei greci e dei romani.
Fu il chiaro insegnamento biblico contro tale immoralità a
rivoluzionare la civiltà occidentale:
Non giacere con un uomo come si giace con una donna; ciò è abominevole. — Levitico 18:22
Se un uomo giace con un uomo come giace con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio. — Levitico 20:13
Non siate ingannati; né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né i calunniatori, né gli estorsori erediteranno il regno di Dio. — 1 Corinzi 6:9-10
L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con la loro iniquità... desideri vergognosi. Anche le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri. Hanno commesso uomini con uomini atti indecenti e hanno ricevuto in sé stessi la punizione che si addiceva alla loro perversione... sono diventati pieni di ogni ingiustizia, fornicazione, malvagità, avidità, malizia; pieni d'invidia, omicidio, contesa, inganno, malignità. Sono pettegoli, calunniatori, odiatori di Dio, insolenti, superbi e vanagloriosi, artefici del male, disobbedienti ai genitori, senza intendimento, sleali, senza affetti naturali, implacabili, spietati. Pur conoscendo il giusto decreto di Dio che coloro che fanno tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa. — Romani 1:18-32.
Etica superiore
È un fatto storico che la messa al bando dell’adulterio,
dell’omosessualità, della pedofilia e di altre immoralità è il risultato
dell’influenza del cristianesimo.
La dottrina biblica secondo cui l’intimità sessuale era un dono sacro
di Dio, di cui si poteva godere solo tra marito e moglie nel contesto
della privacy coniugale, era un concetto cristiano rivoluzionario. Gli
storici notano che la preoccupazione cristiana per la privacy del sesso
coniugale ha portato essenzialmente all’istituzionalizzazione della
privacy, la quale ha forti radici cristiane. (Privacy in A Public
Society di Richard Hixson). Hannah Arendt in Vita activa, La
condizione umana sostiene che esiste una marcata relazione tra l'ascesa del cristianesimo e l'ascesa della privacy.
Un tempio
dello Spirito Santo
L’insegnamento cristiano secondo cui il corpo non è per la fornicazione, ma per il Signore e il Signore è per il corpo — (1 Corinzi 6:13) e che il corpo è un tempio dello Spirito Santo ha portato i cristiani a condannare e, col
tempo, a mettere fuori legge l’adulterio, la pedofilia, l’omosessualità,
la bestialità, la pornografia e altre forme di decadenza che un tempo
erano diffuse e accettate nelle culture precristiane.
Risentimento pagano
Sant’Agostino in La città di Dio osservò che i Romani
disprezzavano i Cristiani perché rigettavano le loro sfrenate
depravazioni sessuali. Il padre della chiesa Tertulliano notò che i
Romani erano così indignati dall’opposizione cristiana alle loro
immoralità da odiare il nome stesso “cristiano”.
Il professor Alvin Schmidt nel suo How Christianity Changed the World osserva:
Gli atteggiamenti sprezzanti che un tempo erano diretti contro i primi Cristiani sembrano oggi ripresentarsi e per ragioni molto simili, nonostante l'attuale enfasi data alla ``tolleranza''. I Cristiani sono sempre più odiati dai promotori delle leggi sui ``crimini d'odio'' e lo sono, in larga parte, perché cercano di onorare Dio e le Sue leggi piuttosto che ridefinire Dio come i nostri sé futuri... mentre sono in corso sforzi febbrili per riportare in auge la dissolutezza sessuale dell'antico paganesimo.
Le donne
nell’antica Grecia
Alle donne greche rispettabili non era permesso uscire di casa se non accompagnate da un accompagnatore maschio. Quando erano presenti ospiti in casa, alla moglie non era permesso mangiare allo stesso tavolo o
interagire con gli ospiti. La moglie doveva essere invisibile e
confinata nei suoi alloggi (il gineceo). La donna ateniese
media aveva lo status sociale di una schiava e mentre il marito poteva
divorziare dalla moglie in qualsiasi momento, la moglie non poteva
divorziare dal marito. Alle ragazze era negata l’istruzione e non
frequentavano le scuole. Per tutta la vita di una donna, non le era
permesso parlare in pubblico.
Come scrisse Sofocle: Il silenzio è un ornamento per le donne; Euripide affermò: Il silenzio e la discrezione sono più belli nelle donne e il rimanere silenziosi in casa; Aristotele dichiarò: Il silenzio dà grazia alle donne.
Omero scrisse: La parola sarà data agli uomini; Euripide vergò: Donne, maledizione speciosa per l'uomo; Eschilo dichiarò: Sono malvage di mente e deliberatamente ingannevoli, con cuori impuri; Aristofane scrisse: Perché le donne sono un gruppo sfacciato, le più vili delle creature che vanno; ancora Omero: Non ci si può fidare delle donne!
La civiltà greca conferiva alle donne uno status di infimo livello,
non consentendo loro di avere una vita sociale significativa in pubblico
o in presenza di uomini, anche in privato. Le donne avevano poco o
nessun valore sociale, l’infanticidio femminile era comune e le bambine
erano sacrificabili. Le neonate erano viste come una passività economica, un peso sociale (How Christianity Changed the World).
Le donne
nell’antica Roma
Allo stesso modo, nella società romana le donne non avevano nessuno
dei diritti e privilegi di cui godevano gli uomini. Alle mogli romane
non era permesso essere presenti con l’ospite del marito a un pasto. Una
donna sposata era sotto la legge romana del Manus che la poneva
sotto il controllo assoluto del marito che poteva divorziare da lei,
venderla come schiava o ucciderla a suo piacimento. A una donna
sottoposta al Manus era legalmente proibito ereditare
proprietà. Sotto la Patria Potestas alle donne era proibito
parlare in pubblico. Alle donne non era permesso parlare in tribunale.
Sotto la legge romana del Pater familias, un uomo aveva il
potere supremo e assoluto sui suoi figli. Poteva persino giustiziare la
figlia sposata. Aveva piena autorità di punire, persino di picchiare a
morte, la moglie, persino i figli adulti, compresi i nipoti.
Libertà in Cristo
Queste leggi furono fortemente criticate dai primi padri della
chiesa, tra cui Sant’Agostino, vescovo di Ippona. Fin dall’inizio, i
cristiani si opposero all’infanticidio e salvarono e adottarono molti
dei bambini abbandonati. Non c'è né Giudeo né Greco, né schiavo né libero, né maschio né femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù — Galati 3:28
Le donne
nella cultura ebraica
Questo insegnamento cristiano non era solo radicale nel mondo greco e romano antico, ma anche nella cultura ebraica prevalente a quel tempo. La legge orale rabbinica (ora trascritta nel Talmud e nel
Midrash) non solo proibiva alle donne di parlare in pubblico e
di leggere la Legge (Torah), ma alle donne era anche proibito
testimoniare in tribunale. Come affermava un insegnamento rabbinico: È vergognoso ascoltare la voce di una donna in pubblico (Berakhoth 24A). Un altro insegnamento rabbinico affermava: Le parole della Legge (Torah) siano bruciate piuttosto che affidate a una donna... Se un uomo insegna la Legge a sua figlia, è come se le avesse insegnato la lussuria. (Sotah 3.4)
Per questo motivo, il culto in sinagoga doveva essere composto solo
da partecipanti maschi. Le donne, se presenti, dovevano essere
ascoltatrici passive, separate dagli uomini da una michetza
(spartizione). Queste donne non dovevano mai alzare la voce. Solo gli
uomini dovevano cantare o salmodiare. Solo verso la fine del XVIII
secolo, nelle sinagoghe riformate, alle donne ebree fu concesso di
cantare.
Maria e Marta
Quindi, quando Maria venne e si sedette ai piedi di Gesù (Luca 10:38-42), non solo era una deviante culturale, ma lo era anche il
Signore Gesù, perché si scontrava con gli insegnamenti rabbinici del Suo
tempo. Quando sua sorella Marta si lamentò del fatto che non l’aiutava,
Gesù violò di nuovo l’insegnamento rabbinico schierandosi dalla parte di
Maria e lodandola per il desiderio di imparare la Legge di Dio.
Sulla tomba di Lazzaro, Gesù insegnò a Marta: Io
sono la Resurrezione e la Vita. Chi crede in me vivrà anche se muore; e
chiunque vive e crede in me non morirà mai. Credi tu questo? (Giovanni 11:25-26).
Secondo la legge rabbinica, insegnare a una donna era già abbastanza
grave, ma il Signore Gesù fece di più, chiese a Marta una risposta
verbale pubblica.
La donna samaritana
Allo stesso modo, il modo in cui il Signore Gesù interagì con la donna samaritana al pozzo (Giovanni 4) potrebbe non sembrare così
insolito agli occidentali di oggi. Eppure, per le culture greca, romana
ed ebraica prevalenti a quel tempo, le azioni del nostro Signore devono
essere state piuttosto scioccanti. Gesù non solo ignorò i pregiudizi
antisamaritani degli ebrei, ma violò anche le usanze che proibivano a un
uomo di parlare a una donna che non fosse una parente. La stessa donna
samaritana rimase scioccata: Tu sei un giudeo e io sono una donna samaritana. Come puoi chiedere da bere a me? (perché gli ebrei non si associano con i samaritani)— Giovanni 4:9.
La legge rabbinica del tempo era piuttosto esplicita: Chi parla con una donna in pubblico attira il male su se stesso (Aboth 1.5) e Non si deve nemmeno salutare una donna
(Berakhoth 43b).
Si può immaginare altrimenti perché i discepoli del Signore si stupirono di trovarlo a parlare con una donna? — (Giovanni 4:27).
Rispetto e status
Concedendo alle donne un rispetto e uno status precedentemente sconosciuti, il Signore Gesù non solo ruppe con la cultura misogina
della Sua epoca, ma stabilì anche un elevato standard da emulare per i
Suoi discepoli.
Le azioni e gli insegnamenti di Gesù elevarono lo status delle donne a nuove vette, con costernazione e sgomento sia dei Suoi amici che dei Suoi nemici. Con parole e azioni Cristo andò contro le antiche pratiche
accettate che stereotipavano le donne come socialmente,
intellettualmente e spiritualmente inferiori. In verità il nostro
Signore è venuto Giovanni 10:10) e Luca 13:30
Donne del Nuovo
Testamento
I Vangeli riportano che molte donne seguirono Gesù (Marco 15:41; Luca 8:1-3). Dopo la Sua resurrezione dai morti, nostro Signore apparve per la prima volta a diverse donne (tra cui Maria Maddalena, Giovanna e
Maria madre di Giacomo, Luca 24:10). Allora Gesù disse loro: 'Non abbiate paura. Andate ad annunciare ai miei fratelli…' — Matteo 28:10.
È degno di nota che le donne furono le ultime sulla croce (Marco 15:47); le prime alla tomba (Giovanni 20:1); le prime ad annunciare la
Resurrezione (Matteo 28:8) e le prime a testimoniare agli ebrei (Luca
2:37-38). Le donne parteciparono al primo incontro di preghiera (Atti
1:14); le donne furono le prime ad accogliere i missionari cristiani in
Europa (Atti 16:13) e la prima convertita europea fu una donna (Atti
16:14).
Nella Chiesa primitiva, le donne non solo erano molto importanti, ma
venivano anche spesso onorate: Elisabetta (Luca 1:43); Maria (Luca
1:30-38); Maria di Betania (Matteo 26:13; Luca 10:42); l’evangelista
samaritana (Giovanni 4:29); Dorcas (Atti 9:36); Lidia, la donna d’affari
e la prima convertita europea (Atti 16:14-15); Appia nostra sorella (Filemone 2); Ninfa e la chiesa nella sua casa (Colossesi 4:15); Febe una serva della Chiesa di Cencrea... è stata di grande aiuto a molte persone, me compreso (Romani 16:1-2).
Collaboratrici dell’apostolo Paolo
Nelle sue epistole, l'apostolo Paolo menziona numerose collaboratrici tra cui Priscilla... e i suoi compagni d'opera in Cristo Gesù — Romani 16:3; …Maria, che ha lavorato molto duramente per voi. — Romani 16:6; Trifema e Trifosa, quelle donne che hanno lavorato duramente nel Signore…
Perside, un'altra donna che ha lavorato molto duramente nel Signore. — Romani 16:12; …Evodia e… Sintiche… le donne che hanno combattuto al mio fianco per la causa del Vangelo insieme a Clemente e al resto dei miei collaboratori… — Filippesi 4:2-3
Libertà e dignità
Come osserva ancora il dott. Schmidt in How Christianity Changed the World :
Gesù, Paolo e la Chiesa primitiva ruppero gli antichi legami che tenevano le
donne isolate e silenziose (come nella società ateniese), sottomesse
(come sotto la legge romana della Patria Potestas e del Manus) e silenziose e
segregate nel culto pubblico (come nella cultura ebraica). La libertà e
la dignità che i primi cristiani davano alle donne sono evidenti anche
dal loro accesso paritario agli uomini al battesimo e alla Cena del
Signore… Il messaggio di pentimento e salvezza di Cristo proclamato
dagli Apostoli ebbe effetti rivoluzionari sulla vita delle donne. I
primi cristiani non solo includevano le donne nella vita della Chiesa,
ma diedero loro anche una libertà e una dignità sconosciute nelle
culture greco-romana ed ebraica
Lungi dall’essere il cristianesimo “anti-donne” come molti critici
sostengono, le donne nella Chiesa primitiva presto superarono di numero
gli uomini a tal punto che semplicemente non c’erano abbastanza uomini
cristiani disponibili per il matrimonio. Celso, un critico del
cristianesimo del II secolo, ridicolizzò i credenti dicendo che il
cristianesimo era una religione che attraeva le donne. Per lui, questo
era un segno di debolezza. Numerosi autori romani vedevano il
cristianesimo come una minaccia all’intero ordine sociale, che forniva
dignità e libertà alle donne. Il cristianesimo rivoluzionò il matrimonio
vedendo la moglie come una compagna, ordinando ai mariti di amare la
propria moglie come Cristo ha amato la Chiesa — (Efesini 5:25) e
consentendo alle donne cristiane di scegliere chi sposare. Il
cristianesimo garantiva anche alle donne il diritto di divorziare dai
mariti infedeli o violenti. Le donne ricevettero anche per la prima
volta la tutela dei loro figli che in precedenza erano di esclusiva
proprietà dell’uomo.
Rimozione del velo

Il cristianesimo ha anche aperto la strada ad altre libertà per le donne, tra cui la rimozione del velo. Le donne al tempo di Cristo erano velate dagli Assiri, dai Babilonesi, dai Cinesi, dagli Egiziani, dai
Greci, dagli Ebrei, dai Romani e dai Samaritani. Ci furono casi di
Romani che divorziarono dalle loro mogli perché uscivano di casa senza
velo. Le donne greche erano tenute a indossare un velo dopo il
matrimonio. Anche tra gli Ebrei, i Rabbini insegnavano che è un uomo senza Dio quello che vede la moglie uscire con il capo scoperto. È tenuto a divorziare da lei
(Kethuboth 2). Tuttavia, la mancanza di qualsiasi riferimento specifico
nei Vangeli, o in qualsiasi parte del Nuovo Testamento, alle donne che
devono velarsi il viso, ha portato la Chiesa a interrompere sempre più
questa pratica. Mentre Paolo, in 1 Corinzi 11, esortava le donne di
Corinto a coprirsi il capo in chiesa, egli in particolare non
fece però alcun riferimento al fatto di velarsi il viso. In 1 Timoteo 2:8-9,
dove Paolo dice alla donna di vestirsi in modo modesto e di non
intrecciarsi in modo elaborato i capelli, egli non fa menzione di alcun velo.
Quindi, il cristianesimo mondiale ha guidato la tendenza a fare a meno
del velo.
Libertà da i piedi di loto
Allo stesso modo, la pratica cinese della fasciatura dei piedi, in cui le ragazze fin da piccole dovevano avere i piedi strettamente
legati, forzando le quattro dita più piccole di ogni piede verso l’alto
e sotto contro la parte carnale del piede (causando spesso gravi
infezioni e persino, a volte, cancrena), è stata abolita solo sotto
l’influenza del cristianesimo. Questa crudele usanza, che ha reso
paralizzate molte donne cinesi, è stata messa al bando dal governo
cinese solo nel 1912. Furono i missionari cristiani a guidare la
crociata per abolire la fasciatura dei piedi in Cina.
Rituali barbari
La pratica diffusa della clitoridectomia (spesso chiamata
erroneamente circoncisione femminile) è un’altra crudele
pratica culturale secolare, che è stata messa al bando in tutti i paesi
in cui il cristianesimo è diventata la religione maggioritaria. Gli
unici paesi al mondo in cui questo rituale barbaro viene ancora
praticato sono quelli in cui il cristianesimo ha poca o nessuna
influenza.
Vedove salvate dal
suttee
Prima della venuta di Cristo, le vedove erano ostracizzate, disprezzate e spesso sepolte o bruciate vive alla morte del marito. Per
innumerevoli secoli, l’usanza culturale indiana del suttee (o
sati), il rogo delle vedove, è stata parte integrante della
cultura indù. Per grazia di Dio, come risultato degli instancabili
sforzi del missionario cristiano William Carey, le autorità britanniche
nel 1829 hanno messo fuori legge la pratica del suttee. Quando
tale bando entrò in vigore, molti indiani lamentarono che le fondamenta della società indù sarebbero state scosse se le vedove non fossero state bruciate vive ( India – A Short Cultural History ). Altri sostenevano che il divieto britannico del
suttee violava l’articolo 25 della costituzione indiana che
dava alle persone libertà di religione (Sati, Widow Burning in
India).
Questo divieto legale del suttee (noto come Editto di
Carey) è ancora in vigore oggi, sebbene dagli anni ’90 ci siano
stati numerosi tentativi di ravvivare l’usanza con l’aperta
glorificazione del rogo delle vedove suttee e casi di vedove
adolescenti cremate sulle pire funerarie dei loro mariti. Il dott.
Schmidt nota ancora:
Alla luce dell'attuale promozione quasi mondiale del multiculturalismo, che sostiene che tutte le culture e le religioni sono essenzialmente uguali, il desiderio e gli sforzi per riportare in auge l'usanza pagana indiana del suttee potrebbero guadagnare slancio in futuro. (How Christianity Changed the World)
La storia registra che prima dell’avvento del cristianesimo, le
vedove venivano bruciate dalle tribù dei nativi americani, dai Maori in
Nuova Zelanda e dai cinesi.
Compassione per le
vedove
Tuttavia, Gesù ebbe una compassione particolare per le vedove. Cristo rimproverò i farisei per aver approfittato economicamente delle vedove
(Marco 12:40). Cristo lodò la vedova che, sebbene povera, diede due
monete nella sua offerta: In verità vi dico, disse, questa povera vedova ha messo più di tutti gli altri. Luca 21:3. Cristo ebbe compassione per la vedova di Nain (Luca 7:11-15). In 1 Timoteo 5:3-4, Paolo esorta i cristiani a onorare e prendersi cura delle vedove. In Giacomo 1:27 ci viene insegnato che la religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: soccorrere... le vedove nelle loro afflizioni..
Quando si comprende quanto atrocemente le donne fossero abusate nelle
culture precristiane, allora si può capire perché gli storici hanno
dichiarato che la nascita di Gesù è stata la svolta nella storia delle donne e la conversione del mondo romano al cristianesimo ha prodotto un grande cambiamento nella condizione delle donne. ( How Christianity Changed the World).
La grazia è ingannevole e la bellezza è passeggera; ma la donna che teme il Signore è quella da lodare Proverbi 31:30
Un’eredità di
libertà
Grazie agli insegnamenti e alle azioni di nostro Signore Gesù Cristo
nel corso dei secoli, il cristianesimo ha progressivamente ottenuto
maggiore rispetto, dignità, onore e protezione per le donne. È al
cristianesimo che dobbiamo il matrimonio come una partnership reciproca,
il rifiuto della poligamia e la promozione della monogamia e della
fedeltà coniugale come ideale culturale. Nel garantire alle donne
rispetto, dignità e protezione, il cristianesimo ha costituito una
rottura con i pregiudizi anti-femminili prevalenti nel mondo antico,
nelle culture pagane e nelle religioni orientali. Tutte le libertà e i
vantaggi di cui le donne godono oggi sono il risultato degli
insegnamenti e dell’esempio di Gesù Cristo e del lavoro progressivo
attraverso i secoli della Chiesa.
Tuttavia, se le attuali tendenze anticristiane dovessero continuare,
c’è il rischio di assistere a un ritorno agli antichi abusi pagani sulle
donne. Coloro che propugnano la pornografia, il libertinismo sessuale, i
“matrimoni omosessuali”, la prostituzione legalizzata, l’abbassamento
dell’età del consenso e la depenalizzazione dell’adulterio non ci stanno
offrendo un progresso, ma solo un ritorno al paganesimo
precristiano.
...ricordatevi del Signore che è grande e tremendo e combattete per... le vostre figlie, le vostre mogli e le vostre case... — Nehemia 4:14
Dr. Peter Hammond
Africa Christian Action
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Città del Capo Sud Africa
Tel: 021-689 4480
Fonti:
How Christianity Changed the World del Dr. Alvin
Schmidt
E se Gesù non fosse mai nato? del Dr. James Kennedy e Jerry
Newcombe.