venerdì 7 marzo 2025

La liberazione cristiana delle donne

di Peter Hammond

Nonostante i pregiudizi anticristiani, è agli insegnamenti e all’esempio di Gesù Cristo che le donne devono oggi la maggior parte delle loro libertà. L’avvento del cristianesimo ha prodotto l'elevazione della dignità, della libertà e dei diritti delle donne a livelli mai visti prima in nessun’altra cultura o religione. Infatti, come ha affermato lo storico Alvin J. Schmidt nel suo How Christianity Changed the World: La nascita di Gesù ha segnato una svolta nella storia del genere femminile. Come risultato degli insegnamenti e dell’esempio di Gesù Cristo, le donne in gran parte del mondo oggi, specialmente in Occidente, godono di molti più privilegi e diritti che in qualsiasi altro momento della storia.

Le donne in Medio Oriente

Per contrasto, basta guardare come vengono trattate le donne in quei paesi in cui il cristianesimo ha avuto poca influenza, ad esempio nel Medio Oriente musulmano. Le donne cristiane sono state pubblicamente spogliate e frustate in Sudan per non aver indossato l’Abaya islamica (un indumento nero che copre la testa, il viso e l’intero corpo). Sotto i talebani in Afghanistan alle donne era proibito andare a scuola, lavorare fuori casa o persino camminare senza che tutto il loro viso e la loro testa fossero coperti dall’Abaya. In Iran, le donne sono state arrestate e incarcerate per aver messo il rossetto. In Arabia Saudita, è illegale1 per le donne guidare un veicolo a motore.

La perversità della poligamia

Anche la poligamia è ampiamente praticata nelle religioni non cristiane. Il cristianesimo l'ha sempre rigettata perché inibisce e di fatto annichilisce l’amore esclusivo e la reciproca devozione. I cristiani hanno sempre sostenuto che l’amore tra un uomo e una donna debba essere esclusivo, perché il matrimonio non si degradi di fatto a mera lussuria fisica. Nessuna donna che ama il marito e desidera essere pienamente amata in cambio può tollerare “un’altra moglie”. La monogamia conferisce riconoscimento, status e valore a una donna. 2

Approvando la poligamia, le amanti, le “spose minorenni”, i “matrimoni temporanei” per tre notti o più, ad esempio, l’Islam nega il valore di un matrimonio autentico, basato su un amore esclusivo, devoto e duraturo. La poligamia erode anche il concetto di famiglia biblica. Il cristianesimo ha sempre sostenuto che solo la monogamia garantisce il riconoscimento, lo status e il valore di cui una donna ha bisogno, nonché l’ambiente ideale per crescere i figli in una famiglia stabile e amorevole.

La depravazione di Roma

Poche persone si rendono conto di quanto fossero promiscue e depravate le culture prima dell’avvento del cristianesimo. Lo storico britannico Edward Gibbon ha affermato nel suo Declino e caduta dell'impero romano che la fedeltà coniugale nell’Impero romano era praticamente sconosciuta. Non solo l’adulterio e la fornicazione erano comuni, ma diffuse erano anche le pratiche sessuali più debosciate. Persino gli atti sessuali più depravati e osceni venivano spudoratamente illustrati su oggetti domestici come lampade, ciotole, tazze e vasi. Romani e i greci compivano esercizi e facevano il bagno nudi in pubblico.

Lo scrittore romano Ovidio osservò che i rapporti sessuali erano diventati sadici e masochisti. Catullo, uno scrittore romano, evidenziò come tra i romani prevalesse la pratica di orge e sesso di gruppo. Svetonio riferì che l’imperatore Tiberio aveva donne nude che servivano ai suoi tavoli mentre cenava. Tiberio aveva anche prostitute che si impegnavano apertamente in sesso di gruppo come intrattenimento per il suo piacere.

L’imperatore Caligola era dedito all’incesto con tutte le sue sorelle, faceva sesso mentre mangiava e spesso torturava le persone durante le sue orge. L’imperatore Tito si circondava di ogni genere di perversione. L’imperatore Domiziano si dedicava a relazioni incestuose. L’imperatore Commodo aveva un harem di 300 concubine e 300 ragazzi per soddisfare i suoi appetiti transessuali. L’omosessualità e la pedofilia erano dilaganti a Roma e nella Grecia antica. Tiberio, Nerone, Galba, Adriano, Commodo e molti altri imperatori si dedicavano a diffuse perversioni omosessuali e a ciò che oggi sarebbe classificato come molestie su minori. Opere teatrali decadenti, tra cui sesso dal vivo, mutilazione e bestialità sul palcoscenico, divennero comuni durante i regni di Nerone e Traiano.

Doppi standard e ipocrisia

La Lex Julia de Adulteriis romana definiva l’adulterio solo sulla base dello stato civile della donna. Un uomo sposato non poteva essere ritenuto colpevole di adulterio se faceva sesso con una donna single. L’adulterio era percepito come un crimine che solo una donna poteva commettere contro il marito. Nella legge romana l’adulterio era un crimine contro la proprietà del marito, non una questione etica che si applicava sia agli uomini single che a quelli sposati.

Una rivoluzione d’amore

In questo ambiente decadente il messaggio e lo stile di vita cristiani giunsero come radicali, rivoluzionari e oltremodo offensivi. Non commettere adulterio Esodo 20:14; Il matrimonio sia onorato da tutti e il letto coniugale sia puro, perché Dio giudicherà l'adultero e tutti i fornicatori. Ebrei  13:4; Il marito adempia il suo dovere coniugale verso la moglie e similmente la moglie verso il marito. 1 Corinzi 7:3; Sottomettetevi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Efesini 5:21; Siate rispettosi verso le vostre mogli e comportatevi con loro con riguardo. 1 Pietro 3:7.

Fedeltà coniugale

Non solo i cristiani sostenevano che il matrimonio dovesse essere tra un uomo e una donna per tutta la vita, ma insistevano anche sul fatto che i rapporti sessuali dovessero essere limitati al matrimonio. Credevano inoltre che l’atto sessuale rendesse la coppia “una sola carne”. Questo concetto molto radicale richiedeva alle coppie sposate di rimanere totalmente fedeli l’una all’altra. Il sesso extraconiugale non era solo infedeltà al proprio coniuge, ma violava l’espresso comando di Dio e faceva violenza al concetto di “una sola carne”.

Rifiutando la poligamia, l’adulterio, la fornicazione, la nudità pubblica e la rappresentazione artistica degli atti sessuali, sia apertamente sul palco, sia graficamente raffigurati su oggetti domestici, i cristiani istituirono una moralità sessuale completamente nuova. Come dichiarò lo storico secolare Edward Gibbon: La dignità del matrimonio fu ripristinata dai cristiani (Declino e caduta dell'impero romano).

Riforma del matrimonio

Il cristianesimo ha notevolmente elevato la moralità sessuale del mondo. Opponendosi all’adulterio, alla fornicazione, all’omosessualità, alla molestia sui minori, alla bestialità e ad altre devianze sessuali, il cristianesimo ha dato un contributo alla civiltà senza precedenti. Fu come risultato dell’instancabile lavoro dei cristiani che nel V secolo la moglie fu in grado di divorziare da un marito adultero, cosa mai accaduta prima nel mondo antico.

Il cristianesimo equiparò l’adulterio a un crimine e conferì dignità e bellezza alla cerimonia nuziale formale. Prima del cristianesimo le cerimonie nuziali erano tutt’altro che dignitose. In linea con la scarsa considerazione delle donne e del matrimonio nel suo complesso, canti osceni, scherni e palesi esibizioni di estrema decadenza erano parte integrante dei matrimoni romani. Tuttavia, dal IV secolo, il cristianesimo portò una rivoluzione nella visione dello stato del matrimonio, introducendo una dignità, una bellezza e una solennità nei matrimoni che non si erano mai viste prima. La convinzione che il matrimonio sia un’istituzione divina, un sacramento, ha origine nel cristianesimo (Storia del matrimonio, di Edward Westermarck).

Protezione dei bambini dalla pedofilia

L’avversione che la società occidentale nutre ancora generalmente per la pedofilia (e le molestie sessuali sui bambini) è una conseguenza diretta del cristianesimo. Prima del suo avvento, la pedofilia e l’omosessualità erano completamente accettate dalla società romana e greca. Le opere teatrali, i romanzi, le opere d’arte e persino gli scritti dei loro filosofi romani e greci rivelano un’accettazione e spesso un’ossessione per la pederastia. Gli imperatori romani Tiberio, Nerone, Galba, Adriano, Commodo, tra molti altri, erano famigerati per le loro numerose relazioni omosessuali con i bambini. La bisessualità, la perversione e la devianza sessuale erano diffuse in tutta la cultura pagana dei greci e dei romani.

 

La pratica pagana della perversione

Walter Williams nel suo libro The Spirit and the Flesh si concentra con simpatia sulla diffusione dell’omosessualità tra gli indiani d’America: i Kwakiutl, i Crows, i Klamath, gli Hopi, i Sioux, i Navajo, gli Zuni, gli Yokuts e altre tribù nelle Americhe praticavano tutti l’omosessualità prima che il cristianesimo giungesse nelle Americhe. Spesso gli atti omosessuali facevano parte delle cerimonie religiose eseguite dagli sciamani.

Principi biblici

Fu il chiaro insegnamento biblico contro tale immoralità a rivoluzionare la civiltà occidentale:

Non giacere con un uomo come si giace con una donna; ciò è abominevole.  — Levitico 18:22

Se un uomo giace con un uomo come giace con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio.  — Levitico 20:13

Non siate ingannati; né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né i calunniatori, né gli estorsori erediteranno il regno di Dio. — 1 Corinzi 6:9-10

L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con la loro iniquità... desideri vergognosi. Anche le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri. Hanno commesso uomini con uomini atti indecenti e hanno ricevuto in sé stessi la punizione che si addiceva alla loro perversione... sono diventati pieni di ogni ingiustizia, fornicazione, malvagità, avidità, malizia; pieni d'invidia, omicidio, contesa, inganno, malignità. Sono pettegoli, calunniatori, odiatori di Dio, insolenti, superbi e vanagloriosi, artefici del male, disobbedienti ai genitori, senza intendimento, sleali, senza affetti naturali, implacabili, spietati. Pur conoscendo il giusto decreto di Dio che coloro che fanno tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.
—  Romani 1:18-32.

Etica superiore

È un fatto storico che la messa al bando dell’adulterio, dell’omosessualità, della pedofilia e di altre immoralità è il risultato dell’influenza del cristianesimo.

La dottrina biblica secondo cui l’intimità sessuale era un dono sacro di Dio, di cui si poteva godere solo tra marito e moglie nel contesto della privacy coniugale, era un concetto cristiano rivoluzionario. Gli storici notano che la preoccupazione cristiana per la privacy del sesso coniugale ha portato essenzialmente all’istituzionalizzazione della privacy, la quale ha forti radici cristiane. (Privacy in A Public Society di Richard Hixson). Hannah Arendt in Vita activa, La condizione umana sostiene che esiste una marcata relazione tra l'ascesa del cristianesimo e l'ascesa della privacy.

Un tempio dello Spirito Santo

L’insegnamento cristiano secondo cui il corpo non è per la fornicazione, ma per il Signore e il Signore è per il corpo —  (1 Corinzi 6:13) e che il corpo è  un tempio dello Spirito Santo  ha portato i cristiani a condannare e, col tempo, a mettere fuori legge l’adulterio, la pedofilia, l’omosessualità, la bestialità, la pornografia e altre forme di decadenza che un tempo erano diffuse e accettate nelle culture precristiane.

Risentimento pagano

Sant’Agostino in La città di Dio osservò che i Romani disprezzavano i Cristiani perché rigettavano le loro sfrenate depravazioni sessuali. Il padre della chiesa Tertulliano notò che i Romani erano così indignati dall’opposizione cristiana alle loro immoralità da odiare il nome stesso “cristiano”.

Il professor Alvin Schmidt nel suo How Christianity Changed the World osserva:

Gli atteggiamenti sprezzanti che un tempo erano diretti contro i primi Cristiani sembrano oggi ripresentarsi e per ragioni molto simili, nonostante l'attuale enfasi data alla ``tolleranza''. I Cristiani sono sempre più odiati dai promotori delle leggi sui ``crimini d'odio'' e lo sono, in larga parte, perché cercano di onorare Dio e le Sue leggi piuttosto che ridefinire Dio come i nostri sé futuri... mentre sono in corso sforzi febbrili per riportare in auge la dissolutezza sessuale dell'antico paganesimo.

Le donne nell’antica Grecia

Alle donne greche rispettabili non era permesso uscire di casa se non accompagnate da un accompagnatore maschio. Quando erano presenti ospiti in casa, alla moglie non era permesso mangiare allo stesso tavolo o interagire con gli ospiti. La moglie doveva essere invisibile e confinata nei suoi alloggi (il gineceo). La donna ateniese media aveva lo status sociale di una schiava e mentre il marito poteva divorziare dalla moglie in qualsiasi momento, la moglie non poteva divorziare dal marito. Alle ragazze era negata l’istruzione e non frequentavano le scuole. Per tutta la vita di una donna, non le era permesso parlare in pubblico.

Come scrisse Sofocle: Il silenzio è un ornamento per le donne; Euripide affermò: Il silenzio e la discrezione sono più belli nelle donne e il rimanere silenziosi in casa; Aristotele dichiarò: Il silenzio dà grazia alle donne.

Omero scrisse: La parola sarà data agli uomini; Euripide vergò: Donne, maledizione speciosa per l'uomo; Eschilo dichiarò: Sono malvage di mente e deliberatamente ingannevoli, con cuori impuri; Aristofane scrisse: Perché le donne sono un gruppo sfacciato, le più vili delle creature che vanno; ancora Omero: Non ci si può fidare delle donne!

La civiltà greca conferiva alle donne uno status di infimo livello, non consentendo loro di avere una vita sociale significativa in pubblico o in presenza di uomini, anche in privato. Le donne avevano poco o nessun valore sociale, l’infanticidio femminile era comune e le bambine erano sacrificabili. Le neonate erano viste come una passività economica, un peso sociale (How Christianity Changed the World).

Le donne nell’antica Roma

Allo stesso modo, nella società romana le donne non avevano nessuno dei diritti e privilegi di cui godevano gli uomini. Alle mogli romane non era permesso essere presenti con l’ospite del marito a un pasto. Una donna sposata era sotto la legge romana del Manus che la poneva sotto il controllo assoluto del marito che poteva divorziare da lei, venderla come schiava o ucciderla a suo piacimento. A una donna sottoposta al Manus era legalmente proibito ereditare proprietà. Sotto la Patria Potestas alle donne era proibito parlare in pubblico. Alle donne non era permesso parlare in tribunale. Sotto la legge romana del Pater familias, un uomo aveva il potere supremo e assoluto sui suoi figli. Poteva persino giustiziare la figlia sposata. Aveva piena autorità di punire, persino di picchiare a morte, la moglie, persino i figli adulti, compresi i nipoti.

Libertà in Cristo

Queste leggi furono fortemente criticate dai primi padri della chiesa, tra cui Sant’Agostino, vescovo di Ippona. Fin dall’inizio, i cristiani si opposero all’infanticidio e salvarono e adottarono molti dei bambini abbandonati. Non c'è né Giudeo né Greco, né schiavo né libero, né maschio né femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù — Galati 3:28

Le donne nella cultura ebraica

Questo insegnamento cristiano non era solo radicale nel mondo greco e romano antico, ma anche nella cultura ebraica prevalente a quel tempo. La legge orale rabbinica (ora trascritta nel Talmud e nel Midrash) non solo proibiva alle donne di parlare in pubblico e di leggere la Legge (Torah), ma alle donne era anche proibito testimoniare in tribunale. Come affermava un insegnamento rabbinico: È vergognoso ascoltare la voce di una donna in pubblico (Berakhoth 24A). Un altro insegnamento rabbinico affermava:  Le parole della Legge (Torah) siano bruciate piuttosto che affidate a una donna... Se un uomo insegna la Legge a sua figlia, è come se le avesse insegnato la lussuria.  (Sotah 3.4)

Per questo motivo, il culto in sinagoga doveva essere composto solo da partecipanti maschi. Le donne, se presenti, dovevano essere ascoltatrici passive, separate dagli uomini da una michetza (spartizione). Queste donne non dovevano mai alzare la voce. Solo gli uomini dovevano cantare o salmodiare. Solo verso la fine del XVIII secolo, nelle sinagoghe riformate, alle donne ebree fu concesso di cantare.

Maria e Marta

Quindi, quando Maria venne e si sedette ai piedi di Gesù (Luca 10:38-42), non solo era una deviante culturale, ma lo era anche il Signore Gesù, perché si scontrava con gli insegnamenti rabbinici del Suo tempo. Quando sua sorella Marta si lamentò del fatto che non l’aiutava, Gesù violò di nuovo l’insegnamento rabbinico schierandosi dalla parte di Maria e lodandola per il desiderio di imparare la Legge di Dio.

Sulla tomba di Lazzaro, Gesù insegnò a Marta: Io sono la Resurrezione e la Vita. Chi crede in me vivrà anche se muore; e chiunque vive e crede in me non morirà mai. Credi tu questo? (Giovanni 11:25-26). Secondo la legge rabbinica, insegnare a una donna era già abbastanza grave, ma il Signore Gesù fece di più, chiese a Marta una risposta verbale pubblica.

La donna samaritana

Allo stesso modo, il modo in cui il Signore Gesù interagì con la donna samaritana al pozzo (Giovanni 4) potrebbe non sembrare così insolito agli occidentali di oggi. Eppure, per le culture greca, romana ed ebraica prevalenti a quel tempo, le azioni del nostro Signore devono essere state piuttosto scioccanti. Gesù non solo ignorò i pregiudizi antisamaritani degli ebrei, ma violò anche le usanze che proibivano a un uomo di parlare a una donna che non fosse una parente. La stessa donna samaritana rimase scioccata: Tu sei un giudeo e io sono una donna samaritana. Come puoi chiedere da bere a me? (perché gli ebrei non si associano con i samaritani)— Giovanni 4:9.

La legge rabbinica del tempo era piuttosto esplicita: Chi parla con una donna in pubblico attira il male su se stesso (Aboth 1.5) e Non si deve nemmeno salutare una donna (Berakhoth 43b).

Si può immaginare altrimenti perché i discepoli del Signore si stupirono di trovarlo a parlare con una donna? — (Giovanni 4:27).

Rispetto e status

Concedendo alle donne un rispetto e uno status precedentemente sconosciuti, il Signore Gesù non solo ruppe con la cultura misogina della Sua epoca, ma stabilì anche un elevato standard da emulare per i Suoi discepoli.

Le azioni e gli insegnamenti di Gesù elevarono lo status delle donne a nuove vette, con costernazione e sgomento sia dei Suoi amici che dei Suoi nemici. Con parole e azioni Cristo andò contro le antiche pratiche accettate che stereotipavano le donne come socialmente, intellettualmente e spiritualmente inferiori. In verità il nostro Signore è venuto Giovanni 10:10) e Luca 13:30

Donne del Nuovo Testamento

I Vangeli riportano che molte donne seguirono Gesù (Marco 15:41; Luca 8:1-3). Dopo la Sua resurrezione dai morti, nostro Signore apparve per la prima volta a diverse donne (tra cui Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo, Luca 24:10). Allora Gesù disse loro: 'Non abbiate paura. Andate ad annunciare ai miei fratelli…' — Matteo 28:10.

È degno di nota che le donne furono le ultime sulla croce (Marco 15:47); le prime alla tomba (Giovanni 20:1); le prime ad annunciare la Resurrezione (Matteo 28:8) e le prime a testimoniare agli ebrei (Luca 2:37-38). Le donne parteciparono al primo incontro di preghiera (Atti 1:14); le donne furono le prime ad accogliere i missionari cristiani in Europa (Atti 16:13) e la prima convertita europea fu una donna (Atti 16:14).

Nella Chiesa primitiva, le donne non solo erano molto importanti, ma venivano anche spesso onorate: Elisabetta (Luca 1:43); Maria (Luca 1:30-38); Maria di Betania (Matteo 26:13; Luca 10:42); l’evangelista samaritana (Giovanni 4:29); Dorcas (Atti 9:36); Lidia, la donna d’affari e la prima convertita europea (Atti 16:14-15); Appia nostra sorella (Filemone 2); Ninfa e la chiesa nella sua casa (Colossesi 4:15); Febe una serva della Chiesa di Cencrea... è stata di grande aiuto a molte persone, me compreso (Romani 16:1-2).

Collaboratrici dell’apostolo Paolo

Nelle sue epistole, l'apostolo Paolo menziona numerose collaboratrici tra cui Priscilla... e i suoi compagni d'opera in Cristo Gesù — Romani 16:3;  …Maria, che ha lavorato molto duramente per voi. — Romani 16:6;  Trifema e Trifosa, quelle donne che hanno lavorato duramente nel Signore… Perside, un'altra donna che ha lavorato molto duramente nel Signore. — Romani 16:12;  …Evodia e… Sintiche… le donne che hanno combattuto al mio fianco per la causa del Vangelo insieme a Clemente e al resto dei miei collaboratori… — Filippesi 4:2-3

Libertà e dignità

Come osserva ancora il dott. Schmidt in How Christianity Changed the World :

Gesù, Paolo e la Chiesa primitiva ruppero gli antichi legami che tenevano le donne isolate e silenziose (come nella società ateniese), sottomesse (come sotto la legge romana della Patria Potestas e del Manus) e silenziose e segregate nel culto pubblico (come nella cultura ebraica). La libertà e la dignità che i primi cristiani davano alle donne sono evidenti anche dal loro accesso paritario agli uomini al battesimo e alla Cena del Signore… Il messaggio di pentimento e salvezza di Cristo proclamato dagli Apostoli ebbe effetti rivoluzionari sulla vita delle donne. I primi cristiani non solo includevano le donne nella vita della Chiesa, ma diedero loro anche una libertà e una dignità sconosciute nelle culture greco-romana ed ebraica

Lungi dall’essere il cristianesimo “anti-donne” come molti critici sostengono, le donne nella Chiesa primitiva presto superarono di numero gli uomini a tal punto che semplicemente non c’erano abbastanza uomini cristiani disponibili per il matrimonio. Celso, un critico del cristianesimo del II secolo, ridicolizzò i credenti dicendo che il cristianesimo era una religione che attraeva le donne. Per lui, questo era un segno di debolezza. Numerosi autori romani vedevano il cristianesimo come una minaccia all’intero ordine sociale, che forniva dignità e libertà alle donne. Il cristianesimo rivoluzionò il matrimonio vedendo la moglie come una compagna, ordinando ai mariti di amare la propria moglie come Cristo ha amato la Chiesa — (Efesini 5:25) e consentendo alle donne cristiane di scegliere chi sposare. Il cristianesimo garantiva anche alle donne il diritto di divorziare dai mariti infedeli o violenti. Le donne ricevettero anche per la prima volta la tutela dei loro figli che in precedenza erano di esclusiva proprietà dell’uomo.

Rimozione del velo

Il cristianesimo ha anche aperto la strada ad altre libertà per le donne, tra cui la rimozione del velo. Le donne al tempo di Cristo erano velate dagli Assiri, dai Babilonesi, dai Cinesi, dagli Egiziani, dai Greci, dagli Ebrei, dai Romani e dai Samaritani. Ci furono casi di Romani che divorziarono dalle loro mogli perché uscivano di casa senza velo. Le donne greche erano tenute a indossare un velo dopo il matrimonio. Anche tra gli Ebrei, i Rabbini insegnavano che è un uomo senza Dio quello che vede la moglie uscire con il capo scoperto. È tenuto a divorziare da lei (Kethuboth 2). Tuttavia, la mancanza di qualsiasi riferimento specifico nei Vangeli, o in qualsiasi parte del Nuovo Testamento, alle donne che devono velarsi il viso, ha portato la Chiesa a interrompere sempre più questa pratica. Mentre Paolo, in 1 Corinzi 11, esortava le donne di Corinto a coprirsi il capo in chiesa3, egli  in particolare non fece però alcun riferimento al fatto di velarsi il viso. In 1 Timoteo 2:8-9, dove Paolo dice alla donna di vestirsi in modo modesto e di non intrecciarsi in modo elaborato i capelli, egli non fa menzione di alcun velo. Quindi, il cristianesimo mondiale ha guidato la tendenza a fare a meno del velo.

Libertà da i piedi di loto

Allo stesso modo, la pratica cinese della fasciatura dei piedi, in cui le ragazze fin da piccole dovevano avere i piedi strettamente legati, forzando le quattro dita più piccole di ogni piede verso l’alto e sotto contro la parte carnale del piede (causando spesso gravi infezioni e persino, a volte, cancrena), è stata abolita solo sotto l’influenza del cristianesimo. Questa crudele usanza, che ha reso paralizzate molte donne cinesi, è stata messa al bando dal governo cinese solo nel 1912. Furono i missionari cristiani a guidare la crociata per abolire la fasciatura dei piedi in Cina.

Rituali barbari

La pratica diffusa della clitoridectomia (spesso chiamata erroneamente circoncisione femminile) è un’altra crudele pratica culturale secolare, che è stata messa al bando in tutti i paesi in cui il cristianesimo è diventata la religione maggioritaria. Gli unici paesi al mondo in cui questo rituale barbaro viene ancora praticato sono quelli in cui il cristianesimo ha poca o nessuna influenza.

Vedove salvate dal suttee

Prima della venuta di Cristo, le vedove erano ostracizzate, disprezzate e spesso sepolte o bruciate vive alla morte del marito. Per innumerevoli secoli, l’usanza culturale indiana del suttee (o sati), il rogo delle vedove, è stata parte integrante della cultura indù. Per grazia di Dio, come risultato degli instancabili sforzi del missionario cristiano William Carey, le autorità britanniche nel 1829 hanno messo fuori legge la pratica del suttee. Quando tale bando entrò in vigore, molti indiani lamentarono che le fondamenta della società indù sarebbero state scosse se le vedove non fossero state bruciate vive ( India – A Short Cultural History ). Altri sostenevano che il divieto britannico del suttee violava l’articolo 25 della costituzione indiana che dava alle persone libertà di religione (Sati, Widow Burning in India).

Questo divieto legale del suttee (noto come Editto di Carey) è ancora in vigore oggi, sebbene dagli anni ’90 ci siano stati numerosi tentativi di  ravvivare l’usanza con l’aperta glorificazione del rogo delle vedove suttee e casi di vedove adolescenti cremate sulle pire funerarie dei loro mariti. Il dott. Schmidt nota ancora:

Alla luce dell'attuale promozione quasi mondiale del multiculturalismo, che sostiene che tutte le culture e le religioni sono essenzialmente uguali, il desiderio e gli sforzi per riportare in auge l'usanza pagana indiana del suttee potrebbero guadagnare slancio in futuro. (How Christianity Changed the World)

La storia registra che prima dell’avvento del cristianesimo, le vedove venivano bruciate dalle tribù dei nativi americani, dai Maori in Nuova Zelanda e dai cinesi.

Compassione per le vedove

Tuttavia, Gesù ebbe una compassione particolare per le vedove. Cristo rimproverò i farisei per aver approfittato economicamente delle vedove (Marco 12:40). Cristo lodò la vedova che, sebbene povera, diede due monete nella sua offerta: In verità vi dico, disse, questa povera vedova ha messo più di tutti gli altri. Luca 21:3. Cristo ebbe compassione per la vedova di Nain (Luca 7:11-15). In 1 Timoteo 5:3-4, Paolo esorta i cristiani a onorare e prendersi cura delle vedove.  In Giacomo 1:27 ci viene insegnato che  la religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: soccorrere... le vedove nelle loro afflizioni..

Quando si comprende quanto atrocemente le donne fossero abusate nelle culture precristiane, allora si può capire perché gli storici hanno dichiarato che la nascita di Gesù è stata la svolta nella storia delle donnela conversione del mondo romano al cristianesimo ha prodotto un grande cambiamento nella condizione delle donne. ( How Christianity Changed the World).

La grazia è ingannevole e la bellezza è passeggera; ma la donna che teme il Signore è quella da lodare Proverbi 31:30

Un’eredità di libertà

Grazie agli insegnamenti e alle azioni di nostro Signore Gesù Cristo nel corso dei secoli, il cristianesimo ha progressivamente ottenuto maggiore rispetto, dignità, onore e protezione per le donne. È al cristianesimo che dobbiamo il matrimonio come una partnership reciproca, il rifiuto della poligamia e la promozione della monogamia e della fedeltà coniugale come ideale culturale. Nel garantire alle donne rispetto, dignità e protezione, il cristianesimo ha costituito una rottura con i pregiudizi anti-femminili prevalenti nel mondo antico, nelle culture pagane e nelle religioni orientali. Tutte le libertà e i vantaggi di cui le donne godono oggi sono il risultato degli insegnamenti e dell’esempio di Gesù Cristo e del lavoro progressivo attraverso i secoli della Chiesa.

Tuttavia, se le attuali tendenze anticristiane dovessero continuare, c’è il rischio di assistere a un ritorno agli antichi abusi pagani sulle donne. Coloro che propugnano la pornografia, il libertinismo sessuale, i “matrimoni omosessuali”, la prostituzione legalizzata, l’abbassamento dell’età del consenso e la depenalizzazione dell’adulterio non ci stanno offrendo un progresso, ma solo un ritorno al paganesimo precristiano.

...ricordatevi del Signore che è grande e tremendo e combattete per... le vostre figlie, le vostre mogli e le vostre case... — Nehemia 4:14

Dr. Peter Hammond
Africa Christian Action
PO Box 23632
Claremont 7735
Città del Capo Sud Africa
Tel: 021-689 4480

Fonti:
How Christianity Changed the World del Dr. Alvin Schmidt
E se Gesù non fosse mai nato? del Dr. James Kennedy e Jerry Newcombe.

martedì 13 febbraio 2024

La postmodernità ha bisogno di San Valentino

di Vishal Mangalwadi

L'imperatore romano Claudio temeva il matrimonio. Voleva che i giovani godessero liberamente del sesso, ma senza sposarsi. Egli ben sapeva che quello era il modo più semplice per allevare schiavi. Quei bambini che crescono senza genitori non avranno altra scelta che diventare degli schiavi. Il sesso quindi gli andava bene, era il matrimonio che Claudio disprezzava, e questo perché gli era molto più facile manipolare i giovani non sposati perché dessero la loro vita per il suo impero.

L'imperatore temeva le mogli perché rendevano più difficile per gli uomini lasciarsi ingannare dallo stato o dalla religione. Esse hanno infatti questa didiscevole tendenza di incoraggiare i mariti a mettere al primo posto i figli e i nipoti. La famiglia, come la Chiesa (non quella di Stato), impedisce allo Stato di raggiungere il completo controllo degli individui. Istituzioni autonome come la famiglia e la Chiesa, che traggono la loro autorità direttamente dal Creatore, si interpongono tra l'individuo e lo Stato, impedendogli di diventare totalitario, guadagnando il controllo completo sugli individui.

La volontà degli imperatori è che i sudditi mettano l’Impero al primo posto. Le mogli, d’altro canto, incoraggiano i mariti a mettere la famiglia al primo posto. Ma ciò richiede carattere, ed ecco perché la famiglia è stata concepita per essere una scuola del carattere. Le mogli aiutano i mariti a lavorare, a inventare, innovare e creare ricchezza. Gli uomini sono motivati a creare ricchezza se hanno la certezza che loro e i loro figli potranno godere della ricchezza che creano. Gli imperatori vogliono invece che i loro sudditi saccheggino le ricchezze altrui.

I riformatori europei come Martin Lutero seguirono la fonte di saggezza di San Valentino: la Bibbia. Pertanto promuovevano il matrimonio e la famiglia come la miglior scuola per fondare il carattere sulla virtù divina — una chiave per la libertà. San Valentino era rispettosamente in disaccordo con l'imperatore perché sapeva che non sono la guerra e gli stupri, ma è il sesso nel matrimonio a rendere l'uomo signore della creazione. Quando il Creatore portò un'Eva nuda ad un Adamo nudo, voleva che i due godessero vicendevolmente l'uno dell'altra. Ma sapeva cos'era l'amore vero e appagante, e per questo  chiese loro di diventare una sola carne in un rapporto permanente ed esclusivo. Dio li benedisse: «Siate fecondi, moltiplicatevi, riempite la terra e stabilite il vostro dominio su ogni cosa... non siate schiavi, ma governate come figli miei sulla mia creazione.» Il dominio sulla creazione è lo scopo ultimo della sessualità umana. Il sesso senza famiglia è la via più efficace verso la schiavitù.

I pagani non gradiscono la Sovranità Popolare, perché i loro governanti vogliono essere sovrani sugli schiavi. Pertanto, ancora una volta, incoraggiano i giovani a dedicarsi al sesso senza sposarsi. Ma questa volta c'è una differenza... Attualmente i giovani non hanno paura degli imperatori: si temono invece a vicenda. Sanno che non possono fidarsi delle persone con cui vanno a letto. Gli amanti senza carattere non fanno sacrifici per il proprio coniuge e i propri figli. Non hanno pazienza con i coniugi difficili perché mancano di fede.

Dato che ogni amante deve sposare un peccatore... sanno che il matrimonio e l'impegno portano sia piacere che sofferenza. San Paolo ha detto che Dio usa la sofferenza per produrre perseveranza. La perseveranza, che è il risultato della fede, produce carattere. Coloro che cercano il piacere non si preoccupano del carattere... perché le culture post-cristiane non hanno più dei San Valentino, dei leader radicali che si oppongono alla cultura e incoraggiano gli innamorati a sposarsi: i pastori consentono alle coppie di rimanere fedeli nel matrimonio anche quando ciò significa sopportare pazientemente la sofferenza. Poiché un carattere forte è un segreto importante per costruire una società libera e prospera, ogni società ha bisogno di San Valentino. Gli amanti non possono sposarsi e avere figli a meno che non possano fidarsi l'uno dell'altro. Una cultura della fiducia e del matrimonio è il frutto di una società che mette al primo posto la Verità e la Virtù. La cultura della Post-Verità mina il matrimonio perché rende la Verità e la Virtù flessibili, cioè relative. Ecco perché la cultura postmoderna ha bisogno della seconda venuta di San Valentino.

Immagino che dovrei fermarmi qui — un po' bruscamente — e portare Ruth fuori per il nostro appuntamento di San Valentino in uno degli unici due ristoranti nel nostro piccolo villaggio in Germania.

Vishal Mangalwadi, 14 febbraio 2017.


Vishal Mangalwadi è autore dei libri Il libro che ha costruito il tuo mondo e This Book Changed Everything: The Bible’s Amazing Impact on Our World 

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lunedì 31 ottobre 2022

31 Ottobre: Il giorno della Riforma.

Nel giorno in cui l'occidente decadente si balocca nelle frivolezze occulteggianti di Halloween, degenerazione consumistica di una celebrazione di origini cristiane (Halloween  ha la stessa radice delle parole hallow  — santo —  e hallowed — santificato, che ritroviamo ad esempio nel Padre Nostro il lingua inglese — Hallowed be thy name), non ci stancheremo mai di ricordare che questa data, il 31 ottobre, segna invece l'evento storico tra i più importanti  — se non il più rilevante  — del secondo millennio dopo Cristo, da poterlo considerare a buon diritto come il giorno della nascita della civiltà occidentale, così come l'abbiamo conosciuta.

 A supporto di questa tesi, riproponiamo qui le traduzioni di brevi articoli tratti dalle Celebrazioni della Riforma per il 500esimo anniversario avvenuto nel 2017, scritti dal filosofo indiano  Vishal Mangalwadi, autore dei libri The Book that Made Your World, How The Bible Created the Soul of Western Civilization. [aggiornamento 2023: il libro è stato pubblicato in italiano dalla BE Edizioni] e This Book Changed Everything: The Bible’s Amazing Impact on Our World.

 


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domenica 23 maggio 2021

LA FARFALLA CHE MANDÒ IN PEZZI LA MIA FEDE

di  Vishal Mangalwadi 

Mi piaceva molto studiare scienze e, come i miei amici credevo ciecamente in tutto ciò che i miei insegnanti ci raccontavano sugli insetti, di come si sono evoluti milioni di anni dopo la vegetazione. Credere nelle stesse cose professate dai i più grandi scienziati dava sicurezza.. almeno fino a quando un giorno una farfalla colpì la mia immaginazione.

Ero seduto sul balcone, e la vidi volare in giardino. Avevo intenzione di leggere un libro, ma la sua bellezza si rivelò una fonte di distrazione. Continuava ad andare avanti e indietro da un albero di papaia all'altro. Sapevo bene che quelle manovre fossero molto “sexy”, di come raccoglieva il polline dall'albero maschio e lo portava agli alberi femmina per fertilizzarli . Senza la sua opera noi non avremmo di papaie.

In quel periodo i nostri insegnanti erano dei retrogradi, erano ancora convinti che tra le papaia il genere fosse ben stabilito e non fluido. C’era l’albero maschio e l’albero femmina. Perché i loro fiori erano così belli? Perché avevano un così buon odore? Quello era il loro modo di "truccarsi" e "profumarsi" per attirare farfalle e api. Senza le quali non sarebbero in grado di riprodursi.

Ma perché anche le farfalle erano così belle? La loro bellezza gli può risultare fatale, dato che attrae anche i malintenzionati.

Il mio amico Suresh era un ateo orgoglioso . Dall’alto della sua levatura intellettuale redarguì la mia ingenuità: “La bellezza”, pontificò, “è soggettiva, sta nell’occhio di chi guarda. Attraverso ripetuti tentativi casuali e susseguenti errori, l’evoluzione ha selezionato ciò che funziona. L’evoluzione è pragmatica, non estetica, non si cura della bellezza."

Nonostante egli fosse di una cultura e di un’intelligenza impressionanti non era credibile perché sapevo benissimo che era sempre alla ricerca della ragazza più bella. Lui stesso non credeva affatto che ritenere una ragazza più bella di un'altra fosse solo una questione di percezione o di gusto. Nella sua vita di tutti giorni dava quindi per scontato che alcune cose fossero effettivamente (oggettivamente) più belle di altre.

Mentre riflettevo sulla logica di Suresh, compresi che la contraddizione tra ciò che pensava e il modo in cui viveva effettivamente nasceva dal fatto che l'ateismo non poteva spiegare il suo senso di bellezza. Il suo ateismo rifiutava la bellezza perché non poteva spiegare né l'estetica, né la bontà (etica). Suresh usava molto la logica... ma non fu mai in grado di spiegare in cosa essa consistesse o perché la verità dovesse essere logica.

Rivolsi allora le mie domande all'insegnante: 

— Signore, come sono state fecondate le papaia femmina per milioni di anni prima che le farfalle si evolvessero? 

— La differenziazione maschile e femminile nella papaia —  pensò ad alta voce il mio insegnante —  deve essersi evoluta dopo l'arrivo degli insetti.

Questa cosa mi incuriosì.

— Signore, ma come hanno fatto allora le piante a sapere che gli insetti erano venuti all’esistenza, e che quindi potevano finalmente evolversi in piante maschili e femminili distinte?

L'insegnante non la prese bene.

—  Sei il solito piantagrane. Perché non puoi semplicemente credere alla Scienza? 

— Ci sto provando —  gli assicurai — ma questa interdipendenza tra regno vegetale e animale non suggerisce che i due siano venuti ad esistere insieme, o quantomeno in un tempo brevissimo, e non milioni di anni, l'uno dopo l'altro?

— Perché continui a infastidirmi?

L'insegnante era irritato.

—  Signore, sto solo cercando di capire cosa ci sta insegnando. Di come le farfalle possano essersi evolute milioni di anni dopo le piante che dipendono da loro per la riproduzione. . . se devo essere onesto, la mia fede vacilla. Mi chiedo se ha approfondito la scienza che ci insegna, o se crede davvero alla teoria secondo cui le farfalle sono arrivate milioni di anni dopo la papaia solo perché i suoi insegnanti e i suoi libri di testo hanno sentenziato così. Mi chiedo se qualcuno di loro ha effettivamente approfondito le cose che le hanno insegnato.

Purtroppo, quella farfalla mi mise contro il mio insegnante di scienze. Quell'anno gli esami non andarono bene. Quella farfalla mi aveva reso un ribelle.

PS - Il video di 26 secondi è stato girato da Kathy Selbrede. Vi ricorda che se volete avere la farfalla monarca, dovete piantare euforbia.



Vishal Mangalwadi è autore dei libri Il libro che ha costruito il tuo mondo e This Book Changed Everything: The Bible’s Amazing Impact on Our World 

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martedì 30 luglio 2019

L'Occidente può rinnovarsi?

In Oregon, una mamma di 34 anni colpisce ripetutamente suo figlio di 6 anni con un coltello da macellaio. Sanguinando profusamente il bambino corre nella casa dei vicini urlando “Mia mamma mi sta uccidendo!”. La polizia arrivando trova la mamma interamente coperta di sangue, giacendo nel letto con il suo bimbo di 14 mesi. Non si era neppure preoccupata di pulire il coltello dal sangue. “Se l’è meritata” racconta ai poliziotti.

Dov’era il padre?

Ho esaminato diversi articoli di giornale e nessuno di essi ha speso una sola parola riguardo il padre. Sarà stato forse perché l’intellighenzia postmoderna considera il padre irrilevante per una famiglia? Per almeno due decenni l’elite culturale occidentale ha celebrato la madre non sposata: “Che figata, la famosa xyz è rimasta incinta al di fuori del matrimonio.”

Che cos’è un padre, allora?

Per gli intellettuali postmoderni, un padre è un maschio che ingravida una femmina. È la biologia, secondo loro, a definire la paternità.

Perché?

Perché gli intellettuali raramente vengono a sapere che [quasi] tutti [di sicuro non l’italiano N.d.T] i moderni linguaggi letterari, tanto in Europa quanto in India furono il prodotto dei traduttori della Bibbia. Per secoli è stata la Bibbia a definire il padre. Uno studente può benissimo non aver letto la Bibbia, ma ha sicuramente sentito recitare, e fors’anche imparato a memoria il “Padre Nostro”: Padre Nostro che sei nei cieli.

Quella preghiera insegnava che è il padre a provvedere del “nostro pane quotidiano”. Il pane del bimbo accoltellato proveniva invece dallo stato.

Il Padre perdona il nostro peccato, ma le preoccupazioni della vita avevano così esasperato la mamma single da averle fatto esaurire le risorse interiori per perdonare il bambino.

A quanto pare la mamma non aveva mai insegnato al bimbo la preghiera: “Non indurmi in tentazione [con buona pace di Papa Ciccio, NdT], ma liberami dal maligno” e non poteva pertanto “perdonare i suoi falli”, come il “Padre Celeste perdona”.

Rembrandt Il Ritorno del Figliol Prodigo

La mamma non aveva probabilmente mai ammirato il capolavoro di Rembrandt “Il ritorno del figliol prodigo”, completato poco prima della morte dell’artista nel 1669. Non avrebbe comunque potuto comprendere questo classico della civiltà occidentale senza conoscere la Bibbia.

Nessun storico dell’arte può comprendere l’arte Occidentale, nessun musicista può capire la musica classica, e nessun professore può comprendere linguaggi come l’Inglese, l’Olandese o il Tedesco senza comprendere la Bibbia. Perché è stata la Bibbia a dare il significato a parole come Padre.

Dio disse ad Abramo che egli sarebbe diventato una grande nazione. Come? Non ingravidando molte donne, ma insegnando ai suoi figli la Sapienza, la Giustizia e la Rettitudine di Dio. Essere un padre significa nutrire i figli tanto fisicamente quanto spiritualmente, insegnando loro la bontà, la bellezza e la verità.

Anche se il padre e la madre biologici del bambino avevano fatto l’amore essi non conoscevano affatto il significato della parola “amore”. La loro cultura biblicamente analfabeta gli ha raccontato che “amore” non è altro che chimica, è il nome dato a certe reazioni che in qualche modo avvengono nei nostri corpi. Sfortunatamente in quel giorno particolare, la chimica corporale della madre ha innescato delle reazioni sovraccaricate che noi chiamiamo ira e odio. Forse nessuno le aveva insegnato (o insegnato al padre del bambino) che il vero amore era una questione dello spirito. Un frutto dello Spirito Santo prodotto nel nostro spirito.

Quel ragazzino è una sfortunata vittima di una cultura intellettuale che non sa più cosa vuol dire matrimonio o famiglia, maschio e femmina, persona umana o l’inalienabile diritto alla vita. Una cultura che avrebbe volentieri pagato un chirurgo per ucciderlo nel grembo di sua madre, che invece potrà ora finire in carcere. E perché poi? Perché i tribunali sono ancora legati all’arcaica idea biblica che uccidere un bambino indesiderato al di fuori del grembo materno è sbagliato, perché il figlio non è un animale, ed è più sacro di una vacca.

Senza la Bibbia l’Occidente non sa più distinguere il proprio prossimo. Il “prossimo” è colui che odia la gente che parla un differente linguaggio. Le guerre culturali contemporanee non possono essere risolte perché la persona postmoderna non può accordarsi sul significato di parole come tolleranza e diritti, nazione e nazionalismo, confini e compassione, giustizia e diritti, sé e persona, storia e racconto. Per secoli, è stata la Bibbia a definire tali termini. Essa è stata il fondamento, l’anima della moderna civilizzazione.

La Letteratura, come sottolineato sopra, è l’anima di una nazione perché custodisce il segreto dell’identità e della storia di un popolo. È la forza trainante del destino creativo di una nazione. La corruzione del linguaggio conduce alla distruzione di un popolo.

Il Prof. Eugen Rossenstock-Huessy era un soldato tedesco che combattè contro l’America nella Prima Guerra Mondiale. Ma in seguito divenne professore all’Università di Harvard e al College di Detmold. Egli evidenziò come la distruzione della Germania durante il dominio di Hitler aveva seguito la distruzione della lingua tedesca. E oggi la lingua inglese sta seguendo una traiettoria simile. Huessy avvertì:

“Quella per l’esistenza è una lotta intestina al corpo sociale del linguaggio e conosce altrettanti successi quante sono le sconfitte. La distruzione della lingua tedesca tra il 1933 e il 1939 è, io ritengo, uno dei più rapidi e più radicali eventi di tutti i tempi nel campo della mente e della lingua parlata. Ed essendone stati testimoni oculari non possiamo separare il collasso linguistico o spirituale da quello sociale. Il linguaggio, la logica, la letteratura… segnano il fato di una società, e non solo esprimono ogni cambiamento politico, di fatto incarnano quel cambiamento”.

La lingua tedesca venne creata dalla traduzione della Bibbia. Il Tedesco Biblico divenne il linguaggio del pulpito, della scuola, dell’università, della stampa, della letteratura e dell’amministrazione pubblica. Per questo la Bibbia plasmò la visione del mondo tedesca. Il punto del professor Huessy è che una volta che la lingua tedesca fu separata dalla sua fonte, la Bibbia, gli orrori della Seconda Guerra Mondiale seguirono inevitabilmente.

La traduzione della Bibbia in Tedesco rappresentò il compimento di un’impresa culturale totalizzante. Essa infuse la Germania di nuove idee, l’uomo comune poteva ora comprendere la visione del mondo e della vita veicolata dal linguaggio biblico. E gli specialisti potevano usare lo stesso linguaggio per la scienza, la politica, l’amministrazione e la fine letteratura, non dovevano più imparare il Latino. Il linguaggio permise a scrittori come Johann Wolfgang von Goethe (1749–1832) di presentare la visione del mondo della Bibbia a ogni tedesco, senza però citare espressamente la Bibbia.

“Nel suo più grande poema politico, Ilmenau, Goethe, il poeta tedesco più universale, tradusse le speranze di Lutero in linguaggio laico”

La traduzione della Bibbia, la chiave tedesca per la riforma di intere nazioni, cominciò a essere copiata da altre nazioni. La traduzione della Bibbia nei linguaggi vernacolari sospinse l’Europa molto più avanti dell’Asia e dell’Africa. Stimolò l’avvento di quella che la filologia Tedesca definì la “Letteratura Nazionale” (J. G. Herder). La transizione dal latino delle élite al linguaggio del cuore del popolo trasformò l’epoca medievale in quella moderna.

Il professor Huessy ben osservò le conseguenze della separazione del Verbo di Dio dalla letteratura degli uomini: la recisione delle radici di un albero rigoglioso.

“Guardando dall’alto in basso l’epoca della rivelazione, noi ci troviamo ora al sicuro a bordo dell’epoca della velazione: le parole degradate al livello più infimo”

Gli intellettuali occidentali hanno segato il ramo su cui erano seduti.

Nel 1940, all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, George Orwell usava parole differenti per descrivere la situazione osservata da Huessy:

“Leggendo quel brillante e allo stesso tempo deprimente libro di Malcolm Muggeridge, The Thirties, 1930-1940 in Great Britain, mi tornò in mente un particolarmente odioso giochino che una volta feci con una vespa. L’insetto stava succhiando della marmellata sul mio piatto quando a un certo punto la tagliai a metà. La vespa non ci fece particolare attenzione, e tranquillamente continuò il suo pasto, mentre un piccolissimo rivolo di marmellata fuoriusciva dal suo esofago reciso. Fu solo quando tentò di volare via che realizzò l’orribile fato in cui era incorsa. È lo stesso con l’uomo moderno. Quello che gli è stato tagliato via è la sua anima, e c’è stato un periodo, forse di vent’anni, durante il quale non si è accorto di nulla”
“...c’è stato un lungo periodo durante il quale praticamente ogni uomo pensante era in un certo senso un ribelle, di solito un ribelle piuttosto irresponsabile. La Letteratura era prevalentemente tesa alla rivolta o alla disintegrazione. Gibbon, Voltaire, Rousseau, Shelley, Byron, Dickens, Stendhal, Samuel Butler, Ibsen, Zola, Flaubert, Shaw, Joyce, tutti loro in un modo o nell’altro sono stati distruttori, sabotatori, vandali. Per duecento anni abbiamo segato, e segato e segato il ramo dove eravamo seduti. E poi, in un modo più repentino e imprevibile di quanto si credesse, i nostri sforzi hanno avuto successo e siamo finalmente venuti giù. Sfortunatamente però è stato commesso un piccolo errore. Quel che ci aspettava in fondo non era proprio un letto di rose, ma una cloaca piena di filo spinato. È come se nel giro di dieci anni fossimo scivolati indietro verso l’Età della Pietra”

Il solo modo per rinnovare l’Occidente è far rivivere la sua anima.

Tratto da uno stralcio online del libro, This Book Changed Everything. di Vishal Mangalwadi. La Bibliografia purtroppo non era compresa


Vishal Mangalwadi è autore dei libri Il libro che ha costruito il tuo mondo e This Book Changed Everything: The Bible’s Amazing Impact on Our World 

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lunedì 31 dicembre 2018

(Era) Il segreto della grandezza dell'Inghilterra

di Paolo Castellina

"Il segreto della grandezza dell'Inghilterra" è un dipinto di Thomas Jones Barker del 1850 esposto alla Galleria Nazionale dei Ritratti" di Londra, che rappresenta la Regina Vittoria mentre dona una copia della Bibbia ad un ambasciatore dell'Africa Orientale nella Camera delle udienze di Windsor.

Si racconta che, quando nel 1850 fu  chiesto da un delegato diplomatico alla Regina in che modo la Gran Bretagna fosse diventata così potente nel mondo, la Regina rispose che il segreto consisteva non nel numero delle sue  flotte, o dei suoi eserciti, non nei suoi estesi commerci, non nei dettagli della sua inesauribile ricchezza, ma nella Bibbia. "Dite al principe che questo è il segreto della grandezza dell'Inghilterra". È quanto riporta il numero più recente della "Trinitarian Bible Society" (Ottobre-Dicembre 2018), che scrive:

Tristemente, una tale deferenza per il Verbo di Dio oggi è molto rara non solo nel Regno Unito ma praticamente in ogni parte del mondo. Per quanto questa sia la realtà oggi, rimane il fatto che la grandezza di ogni nazione è strettamente legata alla magnificenza di questo Libro. Questo Divino Volume è il Verbo vivente e potente del Grande Iddio. La contemporanea mancanza di considerazione dell'uomo per la Bibbia come Verbo di Dio riflette molto bene il suo rigetto pressoché totale dell'Iddio Onnipotente.
Tristemente, questa accesa ostilità verso Dio e la Sua verità, così prevalente nelle nostre nazioni, ha avuto un effetto significativo sulla chiesa professante e sui cristiani individualmente, mentre l'ordine sociale viene sovvertito e il male è chiamato bene ed il bene male (vedi Isaia 5:20).

Questo post, naturalmente farà infuriare molti "moderni" e farci rivolgere ogni sorta di insulti, ma, che piaccia o non piaccia, il principio biblico rimane vero e lo trascuriamo solo a nostro danno.

E' sempre "Tempo di Riforma".

martedì 17 luglio 2018

LA TEOLOGIA DEL FEDERALISMO

Le aspirazioni all'autonomia ed alla cooperazione federalista non possono essere realizzate senza una profonda riforma culturale di paesi come il nostro ancora troppo intrisi di cultura gerarchica, delegante, individualista o collettivista che sia. Le radici del federalismo affondano nella fede biblica e protestante tanto che senza una conversione ad essa, un autentico federalismo è impossibile. Ne parla Leonardo De Chirico, nel numero 59 di Studi di Teologia dedicato alle Ricchezze della teologia dell'alleanza (Padova, 1° semestre 2018). Nell'interessante articolo dal titolo La raggiera culturale della teologia dell'alleanza, dopo aver rilevato come la teologia dell'alleanza sia "la spina dorsale di tutta la rivelazione biblica" De Chirico riflette sulle implicazioni di questa teologia, fra cui quelle politiche nel paragrafo intitolato "Dalla teologia federale al federalismo politico". Riprendo alcune sue argomentazioni che ci danno molto su cui riflettere:

"La ricchezza della teologia dell’alleanza travalica il confine delle relazioni interpersonali, sociali ed ecclesiali. Essa ha anche stimolato il ripensamento dell’architettura istituzionale dello stato. Si capisce allora che il tema del patto non è solo ispiratore di una soteriologia o di un’ermeneutica biblica o di una ecclesiologia particolare. Nelle sue ricadute culturali e pubbliche, è una matrice portatrice di una creatività e di una applicabilità trasversale.

Storicamente, si può sostenere che il federalismo moderno come noi lo conosciamo sia stato elaborato e sperimentato all’interno di una cultura europea e americana profondamente intrisa di protestantesimo. II federalismo moderno è nato con la teologia riformata di Johannes Althusius (1557-1638). Questo non è un dato privo di significato. Il federalismo moderno viene ideato in una cornice religiosa evangelica. Il protestantesimo ha per così dire fornito gli strumenti concettuali e ha costituito l’universo dei valori di riferimento per il suo sviluppo. Tutto ciò ha fatto sì che il protestantesimo sia di fatto diventato la matrice culturale del federalismo. Non l’unica certamente, ma comunque determinante. Questo non è vero solo per quanto riguarda le origini del pensiero federalista, ma anche per quanto riguarda la sua traduzione istituzionale. Il federalismo ha attecchito e funzionato nei paesi di tradizione protestante o comunque con una massiccia presenza protestante. Ancora oggi, quali sono i principali stati ad assetto federale se non alcuni paesi fortemente impregnati di cultura protestante?

Se il discorso sul binomio federalismo-protestantesimo è plausibile, come è possibile parlare di federalismo e soprattutto attuare il federalismo in Italia quando la nostra cultura è stata refrattaria al protestantesimo? Come possiamo attuare riforme in senso federalista se nei nostri geni culturali il cattolicesimo non ha instillato valori come quelli di patto, di libertà, di responsabilità bensì quelli di mediazione che esautora la responsabilità, di delega in bianco e di autoritarismo ecclesiastico? Con questo si vuol suggerire che non basta lottare per una costituzione vagamente federale per avere il federalismo. Senza una cultura giuridica, politica, sociale capace di nutrire il federalismo, una riforma costituzionale in senso federale non servirebbe granché. Sarebbe come avere una bella macchina senza saperla guidare.

Non si può innestare artificialmente il federalismo su una piattaforma che lo respinge culturalmente in quanto ancora impregnata di cultura gerarchica, delegante, individualista o collettivista che sia. Sarebbe un’operazione surrettizia e inconcludente. Ci vuole una cultura diversa, una cultura in grado di reggere il federalismo.

Allora è possibile affermare che la via di avvicinamento al federalismo in Italia ha una strada obbligata, e cioè la scoperta di categorie ideali e valoriali nuove e diverse da quelle che la nostra cultura cattolica ci ha trasmesso. Per il federalismo, l’armamentario culturale italiano è inadeguato, nel suo assetto attuale. Per superare il deficit della nostra cultura cattolica, non bastano nemmeno le istanze autonomiste/localistiche o la protesta anti-centralista o il qualunquismo populista che contesta gli abusi e i soprusi: ci vuole qualcosa di qualitativamente diverso. Per fare il federalismo, bisogna appropriarsi di strumenti che la cultura protestante ha nel tempo affinato: patto trasparente, libertà rendicontabile, responsabilità diffusa, autonomia della comunità locale. Questa è la grande scommessa del federalismo in Italia. La prima, vera riforma necessaria è una riforma spirituale e culturale. Le scorciatoie non portano da nessuna parte. Un discorso analogo vale anche per l’architettura istituzionale dell’Europa".

Tratto dal blog di Paolo Castellina

La liberazione cristiana delle donne

di Peter Hammond Nonostante i pregiudizi anticristiani, è agli insegnamenti e all’esempio di Gesù Cristo che le donne devono oggi la maggio...