domenica 24 dicembre 2017

Cosa stava facendo in realtà Charles Dickens quando scrisse Il Canto di Natale?

dal blog di Jerry Bowyer

«E visto che me lo chiedete, signori, ecco la mia risposta. Io non festeggio il Natale e non posso permettermi il lusso di fornire ai fannulloni i mezzi per festeggiarlo. Io dò il mio contributo alle istituzioni che ho citato: costano già abbastanza; e chi si trova in miseria faccia ricorso a quelle.»«Molti non sono in condizione di farlo, e molti preferirebbero piuttosto la morte.» «In tal caso, si accomodino, così diminuirebbe l’eccesso di popolazione.»

È stata questa frase - l’eccesso di popolazione – a mettermi la pulce nell'orecchio sulle idee filosofiche di Charles Dickens. Qui egli prende di mira il padre della filosofia della “crescita zero”, Thomas Malthus, le cui idee erano ancora di voga al tempo della stesura del Canto di Natale. Malthus stesso aveva raggiunto l'”eccesso di popolazione” solo nove anni prima, ma le sue idee hanno resistito all'incedere del tempo.

Ma cosa stava facendo in realtà Charles Dickens quando scrisse Canto di Natale? Risposta: stava dando il suo contributo al dibattito economico centrale della sua epoca, quello che infuriava tra Thomas Malthus e uno dei discepoli di Adam Smith.

Come è noto Malthus sosteneva che in un mondo nel quale le economie crescono in progressione aritmetica mentre la popolazione cresce in progressione geometrica ne risulterà inevitabilmente una povertà diffusa.

Il suo Saggio sui principi della popolazione creò una scuola di pensiero che continua fino ad oggi sotto l'egida della Crescita Zero della Popolazione e della Sostenibilità. La minaccia di una “bomba demografica” sotto la quale è vissuta la mia generazione non è stata altro che la moderna rielaborazione da parte di Paul R. Ehrlich dell'argomento Malthusiano riguardo l'incapacità della produzione di stare al passo con la crescita della popolazione, e quindi tanto meno di superarla.

Jean Baptiste Say, il discepolo più influente di Adam Smith, in linea con il suo mèntore, argomentava invece in senso contrario, sostenendo che i guadagni da una crescita globale della popolazione si diffondono in nuovi inesplorati territori di commercio, e innescano ulteriori proventi dalla divisione del lavoro che vanno ben oltre quelli mai pensati possibili prima dell'avvento dell'ordine di mercato.

E quali idee Charles Dickens mette sulle labbra del suo antagonista Ebenezer Scrooge?

«Non esistono prigioni?» domandò Scrooge...
«... molti preferirebbero piuttosto la morte.»
«In tal caso, si accomodino, così diminuirebbe l’eccesso di popolazione.»

Molto interessante. Più avanti nella storia, lo Spirito del Natale Presente ricorda a Scrooge le sue precedenti parole, e riguardo a Tiny Tim aggiunge:

«Dopo tutto, se deve morire, è meglio che sia così, no? diminuirà la popolazione superflua.»
Scrooge abbassò il capo nell’udire le proprie parole citate dallo Spirito, e fu sopraffatto dal rimorso e dal dolore.
«Uomo,» disse lo Spettro, «se di uomo è il tuo cuore e non di pietra, cessa questo tuo tristo linguaggio, finché non saprai cos’è il superfluo e dov’è. Oseresti tu forse decidere quali uomini debbano vivere, e quali morire? Può darsi che agli occhi del cielo, tu sia più indegno di vivere che non milioni di creature simili al bimbo di quel pover’uomo. Oh Dio! udire l’insetto sulla foglia dichiarare che c’è troppa vita fra i suoi fratelli affamati nella polvere!»

Interessante pure il fatto che Ehrlich non fosse un economista, né un agronomo e tantomeno un demografo, ma piuttosto un entomologo, un esperto di biologia degli insetti. E il Malthusianesimo è in ultima analisi la filosofia del termitaio, dell'uomo come sciame famelico piuttosto che come angelo nobilitante.

Lo Spirito del Natale Presente è la chiave per comprendere la filosofia politica ed economica di Dickens. Lo Spirito è il simbolo dell'abbondanza, e infatti tiene in mano una cornucopia, abbondantemente ricolma di ogni bene. Anche se porta un fodero al suo fianco, in esso non vi è la spada ed appare liso e trascurato. Pace e abbondanza, quindi.

Quando Scrooge gli chiede quanti fratelli abbia, lo Spirito risponde: «Più di milleottocento», e quando Scrooge dichiara «Una bella famiglia da mantenere!», lo Spirito si alza arrabbiato. E in seguito dove conduce Scrooge? Al dipartimento di Economia dell'Università? Alla Casa del Popolo socialista? No, lo accompagna al mercato, mostrandogliene l'abbondanza, specialmente i frutti (anche in senso letterale) del commercio estero.

«C’erano grossi cesti di castagne, rotondi, panciuti, simili agli ampi panciotti di allegri attempati gentiluomini che ciondolano davanti all’uscio di casa prima di riversarsi nella strada con la loro apoplettica opulenza. Cipolle di Spagna rubiconde, brune, panciute, lustre nella loro matura corpulenza di frati spagnoli... C’erano pere e mele, ammucchiate in alte piramidi splendenti; mucchi di grappoli d’uva che la generosità del negoziante aveva appesi a ganci bene in vista... montagne di nocciuole, muscose e brune.. mele rosse di Norfolk, paffute e scure, che mettevano in risalto il giallo degli aranci e dei limoni e che, nella grande compattezza delle loro succose persone, chiedevano e supplicavano di essere portate a casa in sacchetti di carta e mangiate dopo cena.»

Cipolle dalla Spagna, grappoli d'uva dal Mediterraneo, e agrumi dalle regioni equatoriali, Come si potrebbe altrimenti mangiare delle arance d'inverno in Inghilterra? Quando la festa natalizia volge al termine i poveri Cratchit mangiano, guarda caso, delle arance. E come avrebbero potuto dei poveri permettersele se non grazie al commercio internazionale?

Indubbiamente Natale Presente e il suo creatore, Mister Dickens, assieme al suo maestro Mister Say sono veri discepoli di Adam Smith.

Ironicamente, tutto questo aveva reso Scrooge un uomo molto meno prospero di quello che avrebbe potuto essere. Egli era uno spilorcio, non un impresario, perché la sua era una filosofia economica da pitocco, non da imprenditore.

Guardate al mèntore di Scrooge, Fezziwig, che invece aveva due apprendisti e dozzine di impiegati. Al contrario Scrooge, anche da anziano, non aveva apprendisti e un solo impiegato, poco competente e malpagato. Dove era l'ambizione di Scrooge? Dov'era il suo piano di espansione?

Si racconta in giro che Michael Dell abbia cominciato il suo sogno con una visione di un grande edificio pieno di impiegati, e con una bandiera su un'asta posta all'esterno. Ma Scrooge non aveva neanche aggiornato la sua insegna “Scrooge e Marley” ancora dopo sette anni dalla morte del suo socio in affari, preferendo lasciare alla ruggine il compito di cancellarne il nome. Qual è l'imprenditore che pensa in questo modo? “Scrooge e Marley” era fondamentalmente una microscopica “agenzia di recupero crediti”, il cui proprietario neanche appare nella lista dei 15 più ricchi personaggi della finzione

Quando Fred, il nipote di Scrooge, incalza lo zio per rivelargli la causa della loro alienazione, Scrooge esclama: «Perché diavolo ti sei sposato?» Lungi dall'essere un tentativo di cambiare discorso, è invece un altro frutto amaro della filosofia anti-natale del vecchio arpagone. Nessuna sorpresa, quindi, se dopo la sua conversione Scrooge passa il giorno di Natale con la famiglia di suo nipote e osserva compiaciuto Topper corteggiare la “sorella grassottella” della moglie di Fred.

Se Scrooge ha delle moderne controparti, queste andranno con ogni probabilità trovate tra quei nefasti, autocastranti minimizzatori dell'“impronta carbonica”, invece che tra gli imprenditori dell'economia dell'offerta. Chi, dopotutto, poteva vantare minime emissioni di CO2, più dell'uomo che cercava di riscaldare il suo ufficio con un solo pezzo di carbone?

La domanda da porsi è: come poteva essere così confusa l'economia di Scrooge? La risposta è che questo personaggio di fantasia doveva essere cresciuto durante gli “anni delle vacche magre” della storia britannica, prima che fossero attuati i tagli alle tasse secondo l'Economia dell'Offerta di Adam Smith. Ma anche da adulto, Scrooge, pur vivendo in un'epoca di crescente commercio globale e dirompente crescita economica, conservava ancora la mentalità della stagnazione degli anni di magra, nonostante si trovasse negli “anni delle vacche grasse” , presso l'estremità prospera della curva di Laffer.

Le citazioni sono da Il Canto di Natale, traduzione di Alberto Rossatti, edizioni Il Narratore


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Le Lezioni Economiche di Betlemme

di Llewellyn H. Rockwell, Jr.

Al cuore della vicenda Natalizia troviamo alcune importanti lezioni riguardo la libera impresa, il governo e il ruolo della ricchezza in una società.

Cominciamo con una delle frasi più famose: “Non c'era posto per loro nell'albergo”. Questa frase viene spesso citata a sproposito come un crudele e spietato rifiuto verso gli stanchi viaggiatori, Giuseppe e Maria. Alcune rivisitazioni della storia mettono su immagini della coppia che va di albergo in albergo solo per sentirsi sbraitare dal gestore di andarsene con a seguire uno sbattere di porta.

Ma la realtà è che gli alberghi erano strapieni in tutta la Terra Santa, a causa del decreto dell'Imperatore Romano che imponeva che ogni suddito doveva esser censito e tassato1. Gli alberghi sono un impresa privata e i clienti sono la loro linfa vitale. Non ci sarebbe stata ragione alcuna per rifiutare quest'uomo di lignaggio reale e la sua bellissima sposa incinta.

Ad ogni modo, il secondo capitolo di Luca non dice affatto che essi fossero continuamente respinti un posto dopo l'altro. Ci racconta invece della carità di un certo albergatore, forse la prima persona che incontrarono, che dopotutto era pur sempre un uomo d'affari. Il suo albergo era pieno, ma egli offrì loro quello che aveva: la stalla. Non c'è menzione alcuna che l'albergatore abbia messo loro in conto anche una sola monetina di rame anche se, dati i suoi diritti di proprietario, egli avrebbe certamente potuto farlo.

Eppure, noi non conosciamo neppure il suo nome. In duemila anni di celebrazione del Natale, i tributi in suo onore sono completamente assenti. Questo è il destino del mercante per tutta la storia: agire bene, fare il bene, ed essere dimenticato per il suo servizio all'umanità. Ma dà comunque da pensare il fatto che quando il Verbo fu fatto carne con la nascita di Gesù, è stato anche mediante l'opera d'intercessione di un uomo d'affari privato. Senza il suo aiuto, la storia sarebbe stata di sicuro molto differente. La gente si lamenta della “commercializzazione” del Natale, ma è palese che il commercio era lì fin da principio, giocando un ruolo essenziale ed encomiabile.

È evidente che se c'era mancanza di alloggi, questo era un evento eccezionale, emerso a causa di una qualche forma di distorsione del mercato. Dopo tutto, se la mancanza di alloggi fosse stata frequente a Betlemme, gli imprenditori si sarebbero accorti dei potenziali profitti e avrebbero affrontato questo sistematico problema, e costruito nuovi alberghi.

Lew RockwellAndando avanti col racconto, giungiamo ai Tre Re, chiamati anche Gli Uomini Saggi2. Davvero una anomalia storica questo accostamento! Infatti la maggior parte dei re si comportavano come il rappresentante locale dell'Imperatore Romano, Erode. Non solo questi ordinò al popolo di partire dalle loro case per venire a farsi tassare, con le spese di viaggio a loro carico, ma era anche un bugiardo patentato: egli disse agli Uomini Saggi che desiderava trovare Gesù perché potesse anche lui “venire e adorarLo”, quando in realtà voleva solo ucciderLo. Questo ci insegna un'altra lezione: non puoi aspettarti che un politico di professione dica la verità. Era a causa di un decreto governativo che Giuseppe e Maria, come molti altri come loro, si erano messi in viaggio. Sono stati costretti a lasciare la loro casa per timore dei funzionari censori e degli esattori delle tasse. E c'è da considerare pure i costi della faticosa traversata “dalla Galilea, nei dintorni di Nazareth, fino in Giudea, nella Città di Davide”, per non parlare delle mancate opportunità di guadagno che Giuseppe dovette metter in conto per aver dovuto lasciare i suoi affari. Ed ecco un'altra lezione: l'uso di decreti coercitivi da parte dello stato distorce il mercato.

Una volta trovata la Santa Famiglia, quali doni portarono loro gli Uomini Saggi? Non una minestra o dei sandwich, ma “oro, incenso e mirra”. Questi erano tra la merce più rara disponibile nel mondo di allora, e dovevano sicuramente raggiungere un elevato prezzo di mercato.

E la Santa Famiglia non li rigettò ritenendoli regali stravaganti, al contrario, li accettò come doni degni del Divino Messia. Non c'è traccia di registrazioni che suggeriscano che la Santa Famiglia pagò alcuna tassa da Capital Gain su di loro, pur avendo questi doni notevolmente incrementato la loro ricchezza netta. Ulteriore lezione: non c'è nulla di immorale nella ricchezza, ma è qualcosa che deve essere stimato, posseduto privatamente, dato e scambiato.

E quando giunsero all'orecchio degli Uomini Saggi e della Santa Famiglia i piani di Erode di uccidere il neonato Figlio di Dio, forse che si sottomisero al volere del re? Ma niente affatto. Gli Uomini Saggi, essendo appunto saggi, si presero gioco di Erode e “se ne ritornarono per un'altra via”, rischiando le loro vite (In seguito Erode condusse una furiosa caccia verso di loro). Riguardo Giuseppe e Maria, un angelo avvertì Giuseppe di “prendere il bambino e sua madre, e di fuggire in Egitto”. In parole povere, resistettero. Lezione numero quattro: gli angeli sono al fianco di quelli che resistono allo stato.

E qui intravvediamo solo l'inizio di quel ruolo che l'impresa privata e la malvagità del potere dello stato hanno nei racconti dei Vangeli. Gesù prese esempi dal commercio nelle sue parabole (ad es. i lavoratori delle diverse ore, la parabola dei talenti) e rese ben chiaro che egli era venuto a salvare perfino peccatori disprezzati come gli esattori delle tasse.

E proprio come la Sua nascita fu agevolata dal proprietario di un “albergo”, la stessa parola greca “kataluma” è impiegata per descrivere la locazione dell'Ultima Cena prima che Gesù fosse crocifisso dallo stato.

Pertanto l'impresa privata era lì sin dalla Sua nascita, durante la Sua vita, e fino alla Sua morte, offrendo un rifugio di sicurezza e produttività, proprio come succede ancora oggi.


1. La King James Bible che Rockwell cita ha Tassazione, invece di Censimento. 2. La King James Bible ha Wise Men, Uomini Saggi, invece di Re Magi.

sabato 23 dicembre 2017

LE NAZIONI POSSO ESSERE RIFORMATE?

(tratto da Celebrazioni della Riforma conVishal Mangalwadi )

Il fatalismo, il pessimismo e l'evasione dalla realtà hanno paralizzato molte culture, mentre la chiave del sorprendente progresso dell'Occidente è stato il suo ottimismo. Ma da dove è arrivato questo ottimismo?

Il filosofo ateo Thomas Hobbes descrisse la vita come “solitaria, misera, sgradevole, brutale e breve” (Hobbes, Leviatano) e Gautam Buddha, il più famoso e influente guru indiano credeva che “la vita è sofferenza” e l'unico modo di scampare ai suoi dolori è di fuggire da essa nel Nulla del Nirvana.

Ma l'occidente divenne differente perché qualcosa lo ispirò a cantare “Gioia nel mondo, il Signore è venuto!

Qual era il segreto di quell'ottimismo?

Questo 2017 che volge al termine segna il centesimo anniversario della Rivoluzione Russa, ma nonostante l'immensa influenza che ha avuto, oggi è improbabile trovare qualcuno che la celebri ancora. Le sue rovinose ripercussioni continuano ancora oggi, provocando devastazione in molti paesi. Prima del comunismo ci fu la Rivoluzione Francese, con i suoi grandi ideali di Fraternità, Libertà e Uguaglianza. Essa rimpiazzò Dio con la dea della ragione umana, ma presto degenerò nel regno del Terrore prima di capitolare nella dittatura di Napoleone Bonaparte.

Le rivoluzioni francese e russa furono l'inesorabile approdo della cieca fede dell'Illuminismo nell'uomo, e ci ricordano solennemente che quando l'uomo cerca di diventare il messia egli si trasforma invece in un mostro.

Un decennio prima della Rivoluzione Francese, gli Americani cominciarono la loro Guerra d'Indipendenza nel 1776, e riuscirono ad edificare una delle nazioni più libere e fiorenti della storia. Più di un secolo prima della Rivoluzione Americana la Guerra Civile inglese riuscì nell'impresa di cambiare profondamente l'Inghilterra.

Lo storico Jacques Barzun ha fatto notare che le rivoluzioni inglese e americana rappresentarono l'onda lunga della Riforma del sedicesimo secolo, ricordando che questa fu il più influente movimento rivoluzionario dello scorso millennio, riformando intere nazioni e creando il mondo moderno con le sue libertà e il suo progresso.

Le rivoluzioni tedesca, inglese e americana ebbero successo perché nacquero come movimenti spirituali. I riformatori prima di tentare di riformare le loro nazioni ricercarono invece la purezza dei loro cuori. La loro non era una battaglia per la conquista del potere o per guadagnare posizioni di prestigio personale, ma per dei principi, per la verità.

I comunisti hanno chiamato la religione l'oppio dei popoli, ma è un fatto storico che la speranza cristiana del Cielo non era una semplice futura consolazione per le ristrettezze di questa vita, ma costituiva quella fonte di energia che sosteneva i Cristiani nell'affrontare e superare le difficoltà qui e adesso.

Dato che Cristo aveva donato loro la vita eterna, essi non temevano la morte, e questo diede loro il coraggio di affrontare e resistere i tiranni. Dei dodici apostoli di Cristo, undici divennero martiri per quella che la Riforma vide come la “libertà di credere”. Per la stessa ragione ancora oggi i Cristiani in molte nazioni vanno incontro a una coraggiosa morte.

Ideologie come il comunismo, il fascismo e il socialismo, che ripongono la loro speranza nell'uomo, si rivelano infine delle grandi delusioni. Ma i Riformatori riposero la loro fede in Cristo, perché egli sconfisse il peccato e conquistò la morte, essi non combatterono perché volevano dominare questo mondo, ma perché così pregarono:

Venga il tuo regno. Sia fatta la tua volontà in terra come in cielo

La volontà di Dio doveva adempiersi nei cuori dei credenti, ma anche portare guarigione in ogni sfera della vita.

Uno dei lasciti della Riforma è che anche le nazioni tra le più corrotte, povere e crudeli possono essere riformate, liberate dall'intolleranza, dalla superstizione e dall'oppressione.

E sì, i Riformatori sarebbero stati d'accordo nel chiamare la religione l'oppio dei popoli, perché è la fede in un Dio vivente che produce una autentica speranza.

Tratto dall' episodio 10dei primi dieci video per la celebrazione del cinquecentesimo anniversario della Riforma - la scaturigine del moderno miracolo economico.


Vishal Mangalwadi è autore dei libri Il libro che ha costruito il tuo mondo e This Book Changed Everything: The Bible’s Amazing Impact on Our World 

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lunedì 11 dicembre 2017

PERCHÉ IN OCCIDENTE C'È ANCORA MENO CORRUZIONE CHE NEL RESTO DEL MONDO

(tratto da Celebrazioni della Riforma con Vishal Mangalwadi )

La corruzione costa al mondo circa mille miliardi di dollari all'anno e trasferisce ricchezza dai deboli ai potenti. Un popolo corrotto non può riporre fiducia nella propria società. Anche se, globalmente, la corruzione costituisce la norma, sono rimasto piuttosto sorpreso di scoprire come alcune culture ne abbiano invece trovato una cura. La mia prima esperienza con una cultura di reciproca fiducia avvenne in Olanda, quando il mio ospite mi portò in un caseificio artigiano per acquistare del latte. Non avevo mai sentito di macchine che mungono le vacche, e non vi era in quel luogo nessuno a vendere il latte. Il mio amico semplicemente aprì un rubinetto e riempì la sua bottiglia, poi afferrò il barattolo pieno di denaro vi ripose una banconota da 20 fiorini, si prese il resto e si mise sulla via del ritorno con il suo latte. Rimasi sbalordito, e gli dissi: “Lo sai, se tu fossi stato indiano, ti saresti portato via il latte e il denaro!”. Scoppiò a ridere.

Ma in un attimo compresi una causa fondamentale della povertà della mia nazione. Se i clienti si portano via latte e denaro, il proprietario del caseificio dovrà assumere una commessa. Ma se il cliente è corrotto, perché mai il venditore dovrebbe essere onesto? Allungherà pertanto il latte con dell'acqua per aumentarne la quantità. Frustrato dal latte annacquato, il consumatore chiederà allora allo Stato di nominare degli Ispettori per il Latte. Ma anche loro, perché mai dovrebbero agire onestamente? Potranno riscuotere delle mazzette e permettere la vendita del latte adulterato. Così il consumatore dovrà farsi carico del costo del latte, dell'acqua, della commessa, dell'Ispettore e della tangente, nessuna delle quali cose aggiunge alcun valore al latte. Nel pagare queste spese, il consumatore semplicemente paga per il suo peccato. Sobbarcarsi questi costi significa che non rimane denaro per acquistare prodotti che hanno vero valore aggiunto, come il latte trasformato in gelato, o in burro, o in formaggio.

Ma come ha fatto l'Olanda a creare una cultura di una tale integrità?

L'Europa medievale era corrotta tanto quanto lo è l'India oggi ma la riforma dell'Olanda ebbe inizio nell'anima di un monaco tedesco chiamato Martin Lutero. Egli aveva lottato per trovare la purezza del cuore, aveva seguito tutti i rituali religiosi della sua Chiesa. Digiunava, pregava, andava in pellegrinaggio, confessava qualunque peccato potesse aver commesso. Ma nulla di tutto questo dava a Lutero quella certezza che tutti i suoi peccati fossero perdonati o che fosse accettato da Dio.

Ma la luce si levò su Lutero quando si mise a leggere lo scrittore Neotestamentario Paolo Apostolo.

Anche Paolo aveva tentato di diventare giusto seguendo i precetti della sua setta del Giudaismo. Ma in seguito apprese che le nostre opere religiose (o il buon karma) non ci rendono giusti davanti a Dio, possono però benissimo renderci dei bigotti religiosi. La Bibbia rivela un Dio molto differente da quegli dèi che richiedono oblazioni in cambio di benedizioni. Dio sacrificò suo Figlio per salvarci, e i nostri sforzi non possono guadagnarci la salvezza, perché questa è un dono che si riceve per fede.

Quando il Cristo risorto venne a vivere nel suo cuore, le tenebre interiori di Lutero furono diradate dalla luce. Fu questo a metterlo in grado di opporsi alla corruzione della sua Chiesa a rischio della propria vita. Lutero era sì un “protestante”, ma sapeva bene che la sola protesta non sradica la corruzione. Trasformare una nazione richiedere la coltivazione del carattere, e per questo scopo Dio ci ha dato le Scritture. Paolo Apostolo scrisse Tutta la Scrittura infatti è ispirata da Dio e utile per insegnare, convincere, correggere e formare alla giustizia, perché l'uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona” (2 Timoteo 3:16-17)

Il desiderio di riformare la sua nazione spinse Lutero a tradurre la Bibbia in tedesco e promuovere un sistema di istruzione nazionale fondato sul Verbo di Dio.

La povertà non è causa della corruzione, è piuttosto la corruzione a provocare la povertà. Per combatterle entrambe, le nostre nazioni hanno bisogno ben più di assistenzialismo, di investimenti o di proteste.

Hanno invece di bisogno, un disperato bisogno di cuori e menti trasformate.

Tratto dall'episodio 9 dei primi dieci video per la celebrazione del cinquecentesimo anniversario della Riforma - la scaturigine del moderno miracolo economico.


Vishal Mangalwadi è autore dei libri Il libro che ha costruito il tuo mondo e This Book Changed Everything: The Bible’s Amazing Impact on Our World 

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venerdì 1 dicembre 2017

COME I MONACI HANNO CREATO LA TECNOLOGIA

(tratto da Celebrazioni della Riforma con Vishal Mangalwadi )

Perché le donne inglesi non portano acqua nei vasi sopra la testa, così come fanno molte Indiane e Africane?” Chiesi una volta in una classe a Londra.

Ma perché sono … pigre!”, rispose uno dei miei studenti Africani.

Ma la risposta è in effetti molto più complicata. Feci quella domanda perché in Uganda avevo visto centinaia di donne e bambini portare acqua sulle proprie teste proprio nei pressi di una centrale idroelettrica alle sorgenti del Nilo. L'abbondanza di acqua ed elettricità mi fece stupire di come donne e bambini usassero ancora quel metodo mattina e sera, ogni santo giorno dell'anno. Una pratica che sprecava millioni di ore di lavoro. Peggio ancora, essa significava mangiare cibo lavato malamente da piatti lavati anche peggio, con mani sporche. Cosa che inevitabilmente infettava le persone con malattie facilmente prevenibili, a detrimento della loro energia.

Usando le loro facoltà mentali, un piccolo numero di persone può fornire acqua a milioni di case più di quanto un milione di persone che la portano sulle loro teste.

La mia esperienza in Uganda aveva platealmente confutato il celebre proverbio “la necessità aguzza l'ingegno”. Ogni famiglia ha bisogno d'acqua. Se una moglie non può portarne abbastanza, gli uomini costringeranno i loro figli a lavorare, si prenderanno altre mogli o compreranno schiavi.

Non si metteranno di sicuro a fare gli inventori.

Sono stati studiosi come il professor Lynn White Jr. della Stanford University a documentare come la tecnologia ha avuto scaturigine dalla teologia biblica. Ma perché i monaci Cristiani svilupparono la tecnologia?

I monaci Buddisti e Cristiani affrontavano lo stesso problema: non potevano prendere moglie per il trasporto dell'acqua o la macina del grano. Il Buddismo richiedeva ai suoi monaci di mendicare il loro cibo, mentre la Bibbia diceva che una persona che non lavora non deve neppure mangiare (2 Tessalonicesi 3:10). Lavorare quindi era la cosa che rendeva simili a Dio, perché egli è un lavoratore, non un sognatore, un danzatore o un meditatore come nelle altre religioni.

Ma i monaci erano venuti al monastero per pregare, non per macinare il grano. La Bibbia risolse la loro tensione distinguendo tra il lavoro e la fatica. Lavorare rende simili a Dio, ma faticare era una maledizione sul peccato umano (Genesi 3:17-19).

Faticare è lavoro avvilente, ripetitivo e disumanizzante. Questa distinzione teologica tra il lavoro come devozione e la fatica come maledizione permise ai monaci Cristiani di realizzare che gli esseri umani non dovevano svolgere quello che il vento, l'acqua e i cavalli potevano benissimo fare. La ragione creativa doveva essere usata per liberare gli esseri umani dalla maledizione della fatica.

Vangelo” significa buone notizie: il peccato ci ha attirato addosso la maledizione della fatica. Ma il Salvatore prese il nostro peccato e la sua maledizione su di sé. Il Signore Gesù morì sulla croce per salvarci dal peccato e le sue conseguenze, compresa la maledizione della fatica.

Tutto questo è in stridente contrasto con ogni altra visione del mondo, per esempio l'Induismo insegna che questo mondo è Maya, illusione, mentre il Buddismo insegna che è proprio il voler impegnarsi in questo mondo la causa della sofferenza piuttosto che la soluzione.

Francesco Bacone elaborò a fondo questo concetto nel suo Nuovo Organo delle Scienze:

“Dalla Caduta, l'uomo decadde dal suo stato di innocenza e dal suo dominio sulla creazione. Ma anche in questa vita, entrambe le perdite posso essere compensate: la prima mediante la religione e la fede, la seconda tramite le arti [tecniche] e le scienze”. (Nov. Org. II - LII)

“L'uomo peccando perdé l'innocenza, e l'impero sopra le creature. L'una e l'altra perdita si può riparare, almeno in parte, anche in questa vita; la prima colla religione e colla fede, la seconda colle arti [tecniche] e colle scienze” (Nuovo Organo delle Scienze, Stamperia Domenico Oliveri, Palermo, 1839, Pag 384)

La Bibbia ha dato vita alla tecnologia nei monasteri. La Riforma la portò fuori dal quell'ambiente ristretto e la mise alla portata di tutti. Questo rese disponibile al mondo il grazioso dono di Dio della salvezza, compresa la salvezza dalla maledizione della fatica mediante la tecnologia umanizzante.

Tratto dall'episodio 8 dei primi dieci video per la celebrazione del cinquecentesimo anniversario della Riforma - la scaturigine del moderno miracolo economico.


Vishal Mangalwadi è autore dei libri Il libro che ha costruito il tuo mondo e This Book Changed Everything: The Bible’s Amazing Impact on Our World 

La postmodernità ha bisogno di San Valentino

di Vishal Mangalwadi L'imperatore romano Claudio temeva il matrimonio. Voleva che i giovani godessero liberamente del sesso, ma sen...