venerdì 12 dicembre 2025

Natale

Mancano solo pochi giorni a quel molesto — o meraviglioso, a seconda di ciò che si crede e si pratichi — giorno di Natale . Per l’occasione, vi propongo questo articolo di qualche anno fa.1

 

 

Ora la nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo — Matteo 1:18.

È interessante qui notare che mentre le modalità della nascita di Gesù Cristo sono ben documentate, la tempistica è invece deliberatamente omessa. È ben noto che c’è chi, risalendo ai turni di Abia (Luca 1:5 e 2 Cronache 8:14) e osservando i turni di servizio di Zaccaria, afferma di poterne invece stabilire la data. Ma riuscire a risalire al tempo in cui Salomone stabilì i turni, tenendo traccia delle molteplici volte in cui il servizio del tempio fu interrotto, studiando come Esdra e ancora poi come i Farisei ristabilirono quei turni, tenendone traccia su un calendario lunare piuttosto che su uno solare, è qualcosa che va ben oltre le loro capacità. La persistenza di questa favola si è trasformata nel suo stesso mito natalizio.

Non c’è festa ebraica e non c’è profezia che preannunci il tempo della sua nascita, che è avvenuta nel tempo dei Gentili. Per capirlo, si tenga presente che agli ebrei era proibito fare un censimento da quando Mosè fece il conteggio originale nel Libro dell’Esodo.

Quando farai il conto dei figli d'Israele, facendo il censimento, ognuno di essi darà al SIGNORE il riscatto della propria vita, quando saranno contati; perché non siano colpiti da qualche piaga, quando ne farai il censimento.  — Esodo 30:12.

Uno dei più grandi fallimenti di Davide fu proprio quello di aver ordinato a Joab di contare i figli d’Israele.

Gesù Cristo fu sottoposto a un conteggio due volte nella sua vita. La prima alla sua nascita quando i suoi genitori viaggiarono per farsi tassare (quando i Romani censirono il loro popolo), la seconda quando fu annoverato tra i trasgressori alla sua morte (Isaia 53:12, Marco 15:28). La sua vita fu quindi racchiusa tra le due parentesi di un conteggio dei Gentili. La sua vita, tra la sua nascita e la sua morte rispecchiava quanto è scritto, [egli era] era santo, innocente, immacolato, separato dai peccatori — Ebrei 7:26.

Ci sono inoltre quelli che si oppongono alla “messa” di Natale. La vedono come la prova provata che il Natale è una scoria cattolico-romana spacciata ai creduloni protestanti o battisti. Lo fanno ignorando la loro lingua madre. La parola significa principalmente svago, cessazione dal lavoro, dal latino missus, remissus, come il latino feriae; quindi una festa o una vacanza. Il suo utilizzo come celebrazione cattolica romana è una definizione secondaria. E ovviamente vanno fuori dai gangheri davanti all’albero di Natale.

Infatti i costumi dei popoli sono vanità; poiché si taglia un albero nella foresta e le mani dell'operaio lo lavorano con l'ascia; lo si adorna d'argento e d'oro, lo si fissa con chiodi e con i martelli perché non si muova — Geremia 10:3, 4.

Propongo un affare a chiunque si senta offeso dal mio albero: gli darò 100 euro per ogni pezzo d’oro o d’argento vi che troveranno appeso. Quando la Bibbia intende “adornato di ornamenti [gioielli]”, dice espressamente “di ornamenti [o gioielli, diademi o corone]”, (Ezechiele 16:11 e Isaia 61:10), mentre Geremia 10 descrive un idolo addobbato (ricoperto) d’argento e d’oro e portato in giro per le strade. Chiamare l’oggetto di Geremia 10 un albero di Natale dimostra un uso tanto sciatto e approssimativo delle Scritture quante sono le denominazioni che i fondamentalisti amano criticare.

Gli angeli e i pastori hanno celebrato la nascita di Gesù Cristo eppure, chissà perché, farlo anche noi oggi ci dicono sia un errore. D’accordo, il mondo ha corrotto la sua celebrazione in ogni modo possibile. Ha pure corrotto la Bibbia, ma io non mi sono per questo sbarazzato della mia Bibbia. Ha corrotto perfino il nome di Gesù Cristo ma io non ho cessato per questo di onorare quel nome. Insomma, il mondo corrompe ogni cosa riguardo Dio. Ed è parte del mio compito come cristiano di promuovere e sostenere le cose di Dio nella giustizia.

Quando avvenne la nascita di Cristo? Sappiamo che avvenne contemporaneamente alla tassazione romana (che era concomitante ai censimenti).

E avvenne in quei giorni che un decreto di Cesare Augusto ordinò che tutto il mondo fosse tassato — Luca 2:1.

Ragionate con me per un momento. Se foste un imperatore romano e voleste dare l’ordine di tassare il mondo intero, quanto tempo concedereste per svolgere l’opera? Il decreto doveva partire da Roma e raggiungere i villaggi più interni dell’Inghilterra, dei Paesi Baltici, della Francia, della Germania, del Nord Africa e della Palestina. Il decreto doveva essere inviato prima tramite le navi e poi farsi strada nell’entroterra con vari mezzi e dare comunque agli abitanti un ragionevole lasso di tempo per raggiungere le loro città natali.

I romani erano esperti nell’arte dell’amministrazione statale, e una delle loro competenze era l’uso di un calendario. Non è ragionevole pensare che un decreto che necessitava di molto tempo e lavoro per essere prima diffuso nell’impero e poi attuato sarebbe stato portato a compimento giusto al termine dell’anno romano? Ma con il lento e progressivo slittamento delle loro feriae causato dall’uso di un calendario inaccurato, il solstizio d’inverno, l’evento astronomico che ne segnava il termine, non giungeva più alla fine convenzionale dell’anno. Quello che è probabilmente successo allora è che tutti coloro che dovevano pagare una tassa entro il termine stabilito si erano affrettati a ottemperare al decreto.

Si può pensare a un’altra ragione per cui Giuseppe avrebbe messo una donna gravida sul dorso di un asino e l’avrebbe fatta cavalcare per circa 150 Km fino a Betlemme? Perché un uomo assennato che si prende cura della vita di sua moglie incinta e del nascituro non ha aspettato il tempo del parto prima di intraprendere un viaggio così arduo?

L’unica ragione sensata è che lo aveva fatto ma non aveva più tempo per indugiare. Si mise in cammino e arrivò a Gerusalemme giusto verso la fine dell’anno romano.

Ora, ci sono due principali obiezioni al 25 dicembre come giorno della nascita di Gesù Cristo. La prima è puerile: la gente non riesce a capire perché i pastori potessero trovarsi all’aperto durante l’inverno. Ma ai nostri giorni, in piena epoca Internet, non dovrebbe essere così difficile scoprirlo. Basta andare sul sito web del Jerusalem Post e cercare il pannello delle temperature: generalmente la minima notturna è intorno ai 16 gradi Celsius. Anche fosse stato più freddo, ciò che avviene nelle città che si riempiono improvvisamente di turisti come Atlanta, Georgia o Salt Lake City, Utah durante le Olimpiadi ci dà un quadro calzante. In quel periodo ogni garage e capannone disponibile viene dato in locazione. Se qualcuno fosse stato costretto ad affittare una stalla perché in ogni locanda c’era il tutto esaurito, che fine avrebbero fatto le pecore? Non ci vuole molto a capirlo, sarebbero state lasciate all’aperto anche se si stesse gelando, e non era certo così.

La seconda obiezione è la natura storicamente pagana del 25 dicembre. Il compleanno di Baal era il 25 dicembre e in quello stesso giorno i romani celebravano la festa dei Saturnali. Dal momento che il diavolo ha promesso — sarò come l'Altissimo (Isaia 14:14) — quale pensiate sia stato per lui il giorno perfetto da profanare? Se stessi cercando un momento tra i tempi dei Gentili per la nascita di Gesù Cristo, mi sarei orientato a una data alla fine dell’anno e avrei optato per un giorno che i diavoli volessero profanare. Considerate l’antica festa di Ishtar che veniva celebrata prima dell’istituzione della Pasqua e prima della risurrezione di Gesù Cristo nello stesso orario lunare. Non è un caso che una tale data sia stata profanata dai diavoli. Infatti i diavoli che gridavano — Che c'è fra noi e te, Figlio di Dio? Sei venuto qua prima del tempo a tormentarci? (Matteo 8:29) la tempistica divina la comprendevano bene! E profanarono così due grandi giorni di festa cristiana ancor prima che questi sorgessero.

E allora, da parte mia e della mia famiglia, Buon Natale!

venerdì 7 marzo 2025

La liberazione cristiana delle donne

di Peter Hammond

Nonostante i pregiudizi anticristiani, è agli insegnamenti e all’esempio di Gesù Cristo che le donne devono oggi la maggior parte delle loro libertà. L’avvento del cristianesimo ha prodotto l'elevazione della dignità, della libertà e dei diritti delle donne a livelli mai visti prima in nessun’altra cultura o religione. Infatti, come ha affermato lo storico Alvin J. Schmidt nel suo How Christianity Changed the World: La nascita di Gesù ha segnato una svolta nella storia del genere femminile. Come risultato degli insegnamenti e dell’esempio di Gesù Cristo, le donne in gran parte del mondo oggi, specialmente in Occidente, godono di molti più privilegi e diritti che in qualsiasi altro momento della storia.

Le donne in Medio Oriente

Per contrasto, basta guardare come vengono trattate le donne in quei paesi in cui il cristianesimo ha avuto poca influenza, ad esempio nel Medio Oriente musulmano. Le donne cristiane sono state pubblicamente spogliate e frustate in Sudan per non aver indossato l’Abaya islamica (un indumento nero che copre la testa, il viso e l’intero corpo). Sotto i talebani in Afghanistan alle donne era proibito andare a scuola, lavorare fuori casa o persino camminare senza che tutto il loro viso e la loro testa fossero coperti dall’Abaya. In Iran, le donne sono state arrestate e incarcerate per aver messo il rossetto. In Arabia Saudita, è illegale1 per le donne guidare un veicolo a motore.

La perversità della poligamia

Anche la poligamia è ampiamente praticata nelle religioni non cristiane. Il cristianesimo l'ha sempre rigettata perché inibisce e di fatto annichilisce l’amore esclusivo e la reciproca devozione. I cristiani hanno sempre sostenuto che l’amore tra un uomo e una donna debba essere esclusivo, perché il matrimonio non si degradi di fatto a mera lussuria fisica. Nessuna donna che ama il marito e desidera essere pienamente amata in cambio può tollerare “un’altra moglie”. La monogamia conferisce riconoscimento, status e valore a una donna. 2

Approvando la poligamia, le amanti, le “spose minorenni”, i “matrimoni temporanei” per tre notti o più, ad esempio, l’Islam nega il valore di un matrimonio autentico, basato su un amore esclusivo, devoto e duraturo. La poligamia erode anche il concetto di famiglia biblica. Il cristianesimo ha sempre sostenuto che solo la monogamia garantisce il riconoscimento, lo status e il valore di cui una donna ha bisogno, nonché l’ambiente ideale per crescere i figli in una famiglia stabile e amorevole.

La depravazione di Roma

Poche persone si rendono conto di quanto fossero promiscue e depravate le culture prima dell’avvento del cristianesimo. Lo storico britannico Edward Gibbon ha affermato nel suo Declino e caduta dell'impero romano che la fedeltà coniugale nell’Impero romano era praticamente sconosciuta. Non solo l’adulterio e la fornicazione erano comuni, ma diffuse erano anche le pratiche sessuali più debosciate. Persino gli atti sessuali più depravati e osceni venivano spudoratamente illustrati su oggetti domestici come lampade, ciotole, tazze e vasi. Romani e i greci compivano esercizi e facevano il bagno nudi in pubblico.

Lo scrittore romano Ovidio osservò che i rapporti sessuali erano diventati sadici e masochisti. Catullo, uno scrittore romano, evidenziò come tra i romani prevalesse la pratica di orge e sesso di gruppo. Svetonio riferì che l’imperatore Tiberio aveva donne nude che servivano ai suoi tavoli mentre cenava. Tiberio aveva anche prostitute che si impegnavano apertamente in sesso di gruppo come intrattenimento per il suo piacere.

L’imperatore Caligola era dedito all’incesto con tutte le sue sorelle, faceva sesso mentre mangiava e spesso torturava le persone durante le sue orge. L’imperatore Tito si circondava di ogni genere di perversione. L’imperatore Domiziano si dedicava a relazioni incestuose. L’imperatore Commodo aveva un harem di 300 concubine e 300 ragazzi per soddisfare i suoi appetiti transessuali. L’omosessualità e la pedofilia erano dilaganti a Roma e nella Grecia antica. Tiberio, Nerone, Galba, Adriano, Commodo e molti altri imperatori si dedicavano a diffuse perversioni omosessuali e a ciò che oggi sarebbe classificato come molestie su minori. Opere teatrali decadenti, tra cui sesso dal vivo, mutilazione e bestialità sul palcoscenico, divennero comuni durante i regni di Nerone e Traiano.

Doppi standard e ipocrisia

La Lex Julia de Adulteriis romana definiva l’adulterio solo sulla base dello stato civile della donna. Un uomo sposato non poteva essere ritenuto colpevole di adulterio se faceva sesso con una donna single. L’adulterio era percepito come un crimine che solo una donna poteva commettere contro il marito. Nella legge romana l’adulterio era un crimine contro la proprietà del marito, non una questione etica che si applicava sia agli uomini single che a quelli sposati.

Una rivoluzione d’amore

In questo ambiente decadente il messaggio e lo stile di vita cristiani giunsero come radicali, rivoluzionari e oltremodo offensivi. Non commettere adulterio Esodo 20:14; Il matrimonio sia onorato da tutti e il letto coniugale sia puro, perché Dio giudicherà l'adultero e tutti i fornicatori. Ebrei  13:4; Il marito adempia il suo dovere coniugale verso la moglie e similmente la moglie verso il marito. 1 Corinzi 7:3; Sottomettetevi gli uni agli altri nel timore di Cristo. Efesini 5:21; Siate rispettosi verso le vostre mogli e comportatevi con loro con riguardo. 1 Pietro 3:7.

Fedeltà coniugale

Non solo i cristiani sostenevano che il matrimonio dovesse essere tra un uomo e una donna per tutta la vita, ma insistevano anche sul fatto che i rapporti sessuali dovessero essere limitati al matrimonio. Credevano inoltre che l’atto sessuale rendesse la coppia “una sola carne”. Questo concetto molto radicale richiedeva alle coppie sposate di rimanere totalmente fedeli l’una all’altra. Il sesso extraconiugale non era solo infedeltà al proprio coniuge, ma violava l’espresso comando di Dio e faceva violenza al concetto di “una sola carne”.

Rifiutando la poligamia, l’adulterio, la fornicazione, la nudità pubblica e la rappresentazione artistica degli atti sessuali, sia apertamente sul palco, sia graficamente raffigurati su oggetti domestici, i cristiani istituirono una moralità sessuale completamente nuova. Come dichiarò lo storico secolare Edward Gibbon: La dignità del matrimonio fu ripristinata dai cristiani (Declino e caduta dell'impero romano).

Riforma del matrimonio

Il cristianesimo ha notevolmente elevato la moralità sessuale del mondo. Opponendosi all’adulterio, alla fornicazione, all’omosessualità, alla molestia sui minori, alla bestialità e ad altre devianze sessuali, il cristianesimo ha dato un contributo alla civiltà senza precedenti. Fu come risultato dell’instancabile lavoro dei cristiani che nel V secolo la moglie fu in grado di divorziare da un marito adultero, cosa mai accaduta prima nel mondo antico.

Il cristianesimo equiparò l’adulterio a un crimine e conferì dignità e bellezza alla cerimonia nuziale formale. Prima del cristianesimo le cerimonie nuziali erano tutt’altro che dignitose. In linea con la scarsa considerazione delle donne e del matrimonio nel suo complesso, canti osceni, scherni e palesi esibizioni di estrema decadenza erano parte integrante dei matrimoni romani. Tuttavia, dal IV secolo, il cristianesimo portò una rivoluzione nella visione dello stato del matrimonio, introducendo una dignità, una bellezza e una solennità nei matrimoni che non si erano mai viste prima. La convinzione che il matrimonio sia un’istituzione divina, un sacramento, ha origine nel cristianesimo (Storia del matrimonio, di Edward Westermarck).

Protezione dei bambini dalla pedofilia

L’avversione che la società occidentale nutre ancora generalmente per la pedofilia (e le molestie sessuali sui bambini) è una conseguenza diretta del cristianesimo. Prima del suo avvento, la pedofilia e l’omosessualità erano completamente accettate dalla società romana e greca. Le opere teatrali, i romanzi, le opere d’arte e persino gli scritti dei loro filosofi romani e greci rivelano un’accettazione e spesso un’ossessione per la pederastia. Gli imperatori romani Tiberio, Nerone, Galba, Adriano, Commodo, tra molti altri, erano famigerati per le loro numerose relazioni omosessuali con i bambini. La bisessualità, la perversione e la devianza sessuale erano diffuse in tutta la cultura pagana dei greci e dei romani.

 

La pratica pagana della perversione

Walter Williams nel suo libro The Spirit and the Flesh si concentra con simpatia sulla diffusione dell’omosessualità tra gli indiani d’America: i Kwakiutl, i Crows, i Klamath, gli Hopi, i Sioux, i Navajo, gli Zuni, gli Yokuts e altre tribù nelle Americhe praticavano tutti l’omosessualità prima che il cristianesimo giungesse nelle Americhe. Spesso gli atti omosessuali facevano parte delle cerimonie religiose eseguite dagli sciamani.

Principi biblici

Fu il chiaro insegnamento biblico contro tale immoralità a rivoluzionare la civiltà occidentale:

Non giacere con un uomo come si giace con una donna; ciò è abominevole.  — Levitico 18:22

Se un uomo giace con un uomo come giace con una donna, tutti e due hanno commesso un abominio.  — Levitico 20:13

Non siate ingannati; né i fornicatori, né gli idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriaconi, né i calunniatori, né gli estorsori erediteranno il regno di Dio. — 1 Corinzi 6:9-10

L'ira di Dio si rivela dal cielo contro ogni empietà e ingiustizia degli uomini che soffocano la verità con la loro iniquità... desideri vergognosi. Anche le loro donne hanno cambiato i rapporti naturali in quelli contro natura. Similmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri. Hanno commesso uomini con uomini atti indecenti e hanno ricevuto in sé stessi la punizione che si addiceva alla loro perversione... sono diventati pieni di ogni ingiustizia, fornicazione, malvagità, avidità, malizia; pieni d'invidia, omicidio, contesa, inganno, malignità. Sono pettegoli, calunniatori, odiatori di Dio, insolenti, superbi e vanagloriosi, artefici del male, disobbedienti ai genitori, senza intendimento, sleali, senza affetti naturali, implacabili, spietati. Pur conoscendo il giusto decreto di Dio che coloro che fanno tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.
—  Romani 1:18-32.

Etica superiore

È un fatto storico che la messa al bando dell’adulterio, dell’omosessualità, della pedofilia e di altre immoralità è il risultato dell’influenza del cristianesimo.

La dottrina biblica secondo cui l’intimità sessuale era un dono sacro di Dio, di cui si poteva godere solo tra marito e moglie nel contesto della privacy coniugale, era un concetto cristiano rivoluzionario. Gli storici notano che la preoccupazione cristiana per la privacy del sesso coniugale ha portato essenzialmente all’istituzionalizzazione della privacy, la quale ha forti radici cristiane. (Privacy in A Public Society di Richard Hixson). Hannah Arendt in Vita activa, La condizione umana sostiene che esiste una marcata relazione tra l'ascesa del cristianesimo e l'ascesa della privacy.

Un tempio dello Spirito Santo

L’insegnamento cristiano secondo cui il corpo non è per la fornicazione, ma per il Signore e il Signore è per il corpo —  (1 Corinzi 6:13) e che il corpo è  un tempio dello Spirito Santo  ha portato i cristiani a condannare e, col tempo, a mettere fuori legge l’adulterio, la pedofilia, l’omosessualità, la bestialità, la pornografia e altre forme di decadenza che un tempo erano diffuse e accettate nelle culture precristiane.

Risentimento pagano

Sant’Agostino in La città di Dio osservò che i Romani disprezzavano i Cristiani perché rigettavano le loro sfrenate depravazioni sessuali. Il padre della chiesa Tertulliano notò che i Romani erano così indignati dall’opposizione cristiana alle loro immoralità da odiare il nome stesso “cristiano”.

Il professor Alvin Schmidt nel suo How Christianity Changed the World osserva:

Gli atteggiamenti sprezzanti che un tempo erano diretti contro i primi Cristiani sembrano oggi ripresentarsi e per ragioni molto simili, nonostante l'attuale enfasi data alla ``tolleranza''. I Cristiani sono sempre più odiati dai promotori delle leggi sui ``crimini d'odio'' e lo sono, in larga parte, perché cercano di onorare Dio e le Sue leggi piuttosto che ridefinire Dio come i nostri sé futuri... mentre sono in corso sforzi febbrili per riportare in auge la dissolutezza sessuale dell'antico paganesimo.

Le donne nell’antica Grecia

Alle donne greche rispettabili non era permesso uscire di casa se non accompagnate da un accompagnatore maschio. Quando erano presenti ospiti in casa, alla moglie non era permesso mangiare allo stesso tavolo o interagire con gli ospiti. La moglie doveva essere invisibile e confinata nei suoi alloggi (il gineceo). La donna ateniese media aveva lo status sociale di una schiava e mentre il marito poteva divorziare dalla moglie in qualsiasi momento, la moglie non poteva divorziare dal marito. Alle ragazze era negata l’istruzione e non frequentavano le scuole. Per tutta la vita di una donna, non le era permesso parlare in pubblico.

Come scrisse Sofocle: Il silenzio è un ornamento per le donne; Euripide affermò: Il silenzio e la discrezione sono più belli nelle donne e il rimanere silenziosi in casa; Aristotele dichiarò: Il silenzio dà grazia alle donne.

Omero scrisse: La parola sarà data agli uomini; Euripide vergò: Donne, maledizione speciosa per l'uomo; Eschilo dichiarò: Sono malvage di mente e deliberatamente ingannevoli, con cuori impuri; Aristofane scrisse: Perché le donne sono un gruppo sfacciato, le più vili delle creature che vanno; ancora Omero: Non ci si può fidare delle donne!

La civiltà greca conferiva alle donne uno status di infimo livello, non consentendo loro di avere una vita sociale significativa in pubblico o in presenza di uomini, anche in privato. Le donne avevano poco o nessun valore sociale, l’infanticidio femminile era comune e le bambine erano sacrificabili. Le neonate erano viste come una passività economica, un peso sociale (How Christianity Changed the World).

Le donne nell’antica Roma

Allo stesso modo, nella società romana le donne non avevano nessuno dei diritti e privilegi di cui godevano gli uomini. Alle mogli romane non era permesso essere presenti con l’ospite del marito a un pasto. Una donna sposata era sotto la legge romana del Manus che la poneva sotto il controllo assoluto del marito che poteva divorziare da lei, venderla come schiava o ucciderla a suo piacimento. A una donna sottoposta al Manus era legalmente proibito ereditare proprietà. Sotto la Patria Potestas alle donne era proibito parlare in pubblico. Alle donne non era permesso parlare in tribunale. Sotto la legge romana del Pater familias, un uomo aveva il potere supremo e assoluto sui suoi figli. Poteva persino giustiziare la figlia sposata. Aveva piena autorità di punire, persino di picchiare a morte, la moglie, persino i figli adulti, compresi i nipoti.

Libertà in Cristo

Queste leggi furono fortemente criticate dai primi padri della chiesa, tra cui Sant’Agostino, vescovo di Ippona. Fin dall’inizio, i cristiani si opposero all’infanticidio e salvarono e adottarono molti dei bambini abbandonati. Non c'è né Giudeo né Greco, né schiavo né libero, né maschio né femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù — Galati 3:28

Le donne nella cultura ebraica

Questo insegnamento cristiano non era solo radicale nel mondo greco e romano antico, ma anche nella cultura ebraica prevalente a quel tempo. La legge orale rabbinica (ora trascritta nel Talmud e nel Midrash) non solo proibiva alle donne di parlare in pubblico e di leggere la Legge (Torah), ma alle donne era anche proibito testimoniare in tribunale. Come affermava un insegnamento rabbinico: È vergognoso ascoltare la voce di una donna in pubblico (Berakhoth 24A). Un altro insegnamento rabbinico affermava:  Le parole della Legge (Torah) siano bruciate piuttosto che affidate a una donna... Se un uomo insegna la Legge a sua figlia, è come se le avesse insegnato la lussuria.  (Sotah 3.4)

Per questo motivo, il culto in sinagoga doveva essere composto solo da partecipanti maschi. Le donne, se presenti, dovevano essere ascoltatrici passive, separate dagli uomini da una michetza (spartizione). Queste donne non dovevano mai alzare la voce. Solo gli uomini dovevano cantare o salmodiare. Solo verso la fine del XVIII secolo, nelle sinagoghe riformate, alle donne ebree fu concesso di cantare.

Maria e Marta

Quindi, quando Maria venne e si sedette ai piedi di Gesù (Luca 10:38-42), non solo era una deviante culturale, ma lo era anche il Signore Gesù, perché si scontrava con gli insegnamenti rabbinici del Suo tempo. Quando sua sorella Marta si lamentò del fatto che non l’aiutava, Gesù violò di nuovo l’insegnamento rabbinico schierandosi dalla parte di Maria e lodandola per il desiderio di imparare la Legge di Dio.

Sulla tomba di Lazzaro, Gesù insegnò a Marta: Io sono la Resurrezione e la Vita. Chi crede in me vivrà anche se muore; e chiunque vive e crede in me non morirà mai. Credi tu questo? (Giovanni 11:25-26). Secondo la legge rabbinica, insegnare a una donna era già abbastanza grave, ma il Signore Gesù fece di più, chiese a Marta una risposta verbale pubblica.

La donna samaritana

Allo stesso modo, il modo in cui il Signore Gesù interagì con la donna samaritana al pozzo (Giovanni 4) potrebbe non sembrare così insolito agli occidentali di oggi. Eppure, per le culture greca, romana ed ebraica prevalenti a quel tempo, le azioni del nostro Signore devono essere state piuttosto scioccanti. Gesù non solo ignorò i pregiudizi antisamaritani degli ebrei, ma violò anche le usanze che proibivano a un uomo di parlare a una donna che non fosse una parente. La stessa donna samaritana rimase scioccata: Tu sei un giudeo e io sono una donna samaritana. Come puoi chiedere da bere a me? (perché gli ebrei non si associano con i samaritani)— Giovanni 4:9.

La legge rabbinica del tempo era piuttosto esplicita: Chi parla con una donna in pubblico attira il male su se stesso (Aboth 1.5) e Non si deve nemmeno salutare una donna (Berakhoth 43b).

Si può immaginare altrimenti perché i discepoli del Signore si stupirono di trovarlo a parlare con una donna? — (Giovanni 4:27).

Rispetto e status

Concedendo alle donne un rispetto e uno status precedentemente sconosciuti, il Signore Gesù non solo ruppe con la cultura misogina della Sua epoca, ma stabilì anche un elevato standard da emulare per i Suoi discepoli.

Le azioni e gli insegnamenti di Gesù elevarono lo status delle donne a nuove vette, con costernazione e sgomento sia dei Suoi amici che dei Suoi nemici. Con parole e azioni Cristo andò contro le antiche pratiche accettate che stereotipavano le donne come socialmente, intellettualmente e spiritualmente inferiori. In verità il nostro Signore è venuto Giovanni 10:10) e Luca 13:30

Donne del Nuovo Testamento

I Vangeli riportano che molte donne seguirono Gesù (Marco 15:41; Luca 8:1-3). Dopo la Sua resurrezione dai morti, nostro Signore apparve per la prima volta a diverse donne (tra cui Maria Maddalena, Giovanna e Maria madre di Giacomo, Luca 24:10). Allora Gesù disse loro: 'Non abbiate paura. Andate ad annunciare ai miei fratelli…' — Matteo 28:10.

È degno di nota che le donne furono le ultime sulla croce (Marco 15:47); le prime alla tomba (Giovanni 20:1); le prime ad annunciare la Resurrezione (Matteo 28:8) e le prime a testimoniare agli ebrei (Luca 2:37-38). Le donne parteciparono al primo incontro di preghiera (Atti 1:14); le donne furono le prime ad accogliere i missionari cristiani in Europa (Atti 16:13) e la prima convertita europea fu una donna (Atti 16:14).

Nella Chiesa primitiva, le donne non solo erano molto importanti, ma venivano anche spesso onorate: Elisabetta (Luca 1:43); Maria (Luca 1:30-38); Maria di Betania (Matteo 26:13; Luca 10:42); l’evangelista samaritana (Giovanni 4:29); Dorcas (Atti 9:36); Lidia, la donna d’affari e la prima convertita europea (Atti 16:14-15); Appia nostra sorella (Filemone 2); Ninfa e la chiesa nella sua casa (Colossesi 4:15); Febe una serva della Chiesa di Cencrea... è stata di grande aiuto a molte persone, me compreso (Romani 16:1-2).

Collaboratrici dell’apostolo Paolo

Nelle sue epistole, l'apostolo Paolo menziona numerose collaboratrici tra cui Priscilla... e i suoi compagni d'opera in Cristo Gesù — Romani 16:3;  …Maria, che ha lavorato molto duramente per voi. — Romani 16:6;  Trifema e Trifosa, quelle donne che hanno lavorato duramente nel Signore… Perside, un'altra donna che ha lavorato molto duramente nel Signore. — Romani 16:12;  …Evodia e… Sintiche… le donne che hanno combattuto al mio fianco per la causa del Vangelo insieme a Clemente e al resto dei miei collaboratori… — Filippesi 4:2-3

Libertà e dignità

Come osserva ancora il dott. Schmidt in How Christianity Changed the World :

Gesù, Paolo e la Chiesa primitiva ruppero gli antichi legami che tenevano le donne isolate e silenziose (come nella società ateniese), sottomesse (come sotto la legge romana della Patria Potestas e del Manus) e silenziose e segregate nel culto pubblico (come nella cultura ebraica). La libertà e la dignità che i primi cristiani davano alle donne sono evidenti anche dal loro accesso paritario agli uomini al battesimo e alla Cena del Signore… Il messaggio di pentimento e salvezza di Cristo proclamato dagli Apostoli ebbe effetti rivoluzionari sulla vita delle donne. I primi cristiani non solo includevano le donne nella vita della Chiesa, ma diedero loro anche una libertà e una dignità sconosciute nelle culture greco-romana ed ebraica

Lungi dall’essere il cristianesimo “anti-donne” come molti critici sostengono, le donne nella Chiesa primitiva presto superarono di numero gli uomini a tal punto che semplicemente non c’erano abbastanza uomini cristiani disponibili per il matrimonio. Celso, un critico del cristianesimo del II secolo, ridicolizzò i credenti dicendo che il cristianesimo era una religione che attraeva le donne. Per lui, questo era un segno di debolezza. Numerosi autori romani vedevano il cristianesimo come una minaccia all’intero ordine sociale, che forniva dignità e libertà alle donne. Il cristianesimo rivoluzionò il matrimonio vedendo la moglie come una compagna, ordinando ai mariti di amare la propria moglie come Cristo ha amato la Chiesa — (Efesini 5:25) e consentendo alle donne cristiane di scegliere chi sposare. Il cristianesimo garantiva anche alle donne il diritto di divorziare dai mariti infedeli o violenti. Le donne ricevettero anche per la prima volta la tutela dei loro figli che in precedenza erano di esclusiva proprietà dell’uomo.

Rimozione del velo

Il cristianesimo ha anche aperto la strada ad altre libertà per le donne, tra cui la rimozione del velo. Le donne al tempo di Cristo erano velate dagli Assiri, dai Babilonesi, dai Cinesi, dagli Egiziani, dai Greci, dagli Ebrei, dai Romani e dai Samaritani. Ci furono casi di Romani che divorziarono dalle loro mogli perché uscivano di casa senza velo. Le donne greche erano tenute a indossare un velo dopo il matrimonio. Anche tra gli Ebrei, i Rabbini insegnavano che è un uomo senza Dio quello che vede la moglie uscire con il capo scoperto. È tenuto a divorziare da lei (Kethuboth 2). Tuttavia, la mancanza di qualsiasi riferimento specifico nei Vangeli, o in qualsiasi parte del Nuovo Testamento, alle donne che devono velarsi il viso, ha portato la Chiesa a interrompere sempre più questa pratica. Mentre Paolo, in 1 Corinzi 11, esortava le donne di Corinto a coprirsi il capo in chiesa3, egli  in particolare non fece però alcun riferimento al fatto di velarsi il viso. In 1 Timoteo 2:8-9, dove Paolo dice alla donna di vestirsi in modo modesto e di non intrecciarsi in modo elaborato i capelli, egli non fa menzione di alcun velo. Quindi, il cristianesimo mondiale ha guidato la tendenza a fare a meno del velo.

Libertà da i piedi di loto

Allo stesso modo, la pratica cinese della fasciatura dei piedi, in cui le ragazze fin da piccole dovevano avere i piedi strettamente legati, forzando le quattro dita più piccole di ogni piede verso l’alto e sotto contro la parte carnale del piede (causando spesso gravi infezioni e persino, a volte, cancrena), è stata abolita solo sotto l’influenza del cristianesimo. Questa crudele usanza, che ha reso paralizzate molte donne cinesi, è stata messa al bando dal governo cinese solo nel 1912. Furono i missionari cristiani a guidare la crociata per abolire la fasciatura dei piedi in Cina.

Rituali barbari

La pratica diffusa della clitoridectomia (spesso chiamata erroneamente circoncisione femminile) è un’altra crudele pratica culturale secolare, che è stata messa al bando in tutti i paesi in cui il cristianesimo è diventata la religione maggioritaria. Gli unici paesi al mondo in cui questo rituale barbaro viene ancora praticato sono quelli in cui il cristianesimo ha poca o nessuna influenza.

Vedove salvate dal suttee

Prima della venuta di Cristo, le vedove erano ostracizzate, disprezzate e spesso sepolte o bruciate vive alla morte del marito. Per innumerevoli secoli, l’usanza culturale indiana del suttee (o sati), il rogo delle vedove, è stata parte integrante della cultura indù. Per grazia di Dio, come risultato degli instancabili sforzi del missionario cristiano William Carey, le autorità britanniche nel 1829 hanno messo fuori legge la pratica del suttee. Quando tale bando entrò in vigore, molti indiani lamentarono che le fondamenta della società indù sarebbero state scosse se le vedove non fossero state bruciate vive ( India – A Short Cultural History ). Altri sostenevano che il divieto britannico del suttee violava l’articolo 25 della costituzione indiana che dava alle persone libertà di religione (Sati, Widow Burning in India).

Questo divieto legale del suttee (noto come Editto di Carey) è ancora in vigore oggi, sebbene dagli anni ’90 ci siano stati numerosi tentativi di  ravvivare l’usanza con l’aperta glorificazione del rogo delle vedove suttee e casi di vedove adolescenti cremate sulle pire funerarie dei loro mariti. Il dott. Schmidt nota ancora:

Alla luce dell'attuale promozione quasi mondiale del multiculturalismo, che sostiene che tutte le culture e le religioni sono essenzialmente uguali, il desiderio e gli sforzi per riportare in auge l'usanza pagana indiana del suttee potrebbero guadagnare slancio in futuro. (How Christianity Changed the World)

La storia registra che prima dell’avvento del cristianesimo, le vedove venivano bruciate dalle tribù dei nativi americani, dai Maori in Nuova Zelanda e dai cinesi.

Compassione per le vedove

Tuttavia, Gesù ebbe una compassione particolare per le vedove. Cristo rimproverò i farisei per aver approfittato economicamente delle vedove (Marco 12:40). Cristo lodò la vedova che, sebbene povera, diede due monete nella sua offerta: In verità vi dico, disse, questa povera vedova ha messo più di tutti gli altri. Luca 21:3. Cristo ebbe compassione per la vedova di Nain (Luca 7:11-15). In 1 Timoteo 5:3-4, Paolo esorta i cristiani a onorare e prendersi cura delle vedove.  In Giacomo 1:27 ci viene insegnato che  la religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: soccorrere... le vedove nelle loro afflizioni..

Quando si comprende quanto atrocemente le donne fossero abusate nelle culture precristiane, allora si può capire perché gli storici hanno dichiarato che la nascita di Gesù è stata la svolta nella storia delle donnela conversione del mondo romano al cristianesimo ha prodotto un grande cambiamento nella condizione delle donne. ( How Christianity Changed the World).

La grazia è ingannevole e la bellezza è passeggera; ma la donna che teme il Signore è quella da lodare Proverbi 31:30

Un’eredità di libertà

Grazie agli insegnamenti e alle azioni di nostro Signore Gesù Cristo nel corso dei secoli, il cristianesimo ha progressivamente ottenuto maggiore rispetto, dignità, onore e protezione per le donne. È al cristianesimo che dobbiamo il matrimonio come una partnership reciproca, il rifiuto della poligamia e la promozione della monogamia e della fedeltà coniugale come ideale culturale. Nel garantire alle donne rispetto, dignità e protezione, il cristianesimo ha costituito una rottura con i pregiudizi anti-femminili prevalenti nel mondo antico, nelle culture pagane e nelle religioni orientali. Tutte le libertà e i vantaggi di cui le donne godono oggi sono il risultato degli insegnamenti e dell’esempio di Gesù Cristo e del lavoro progressivo attraverso i secoli della Chiesa.

Tuttavia, se le attuali tendenze anticristiane dovessero continuare, c’è il rischio di assistere a un ritorno agli antichi abusi pagani sulle donne. Coloro che propugnano la pornografia, il libertinismo sessuale, i “matrimoni omosessuali”, la prostituzione legalizzata, l’abbassamento dell’età del consenso e la depenalizzazione dell’adulterio non ci stanno offrendo un progresso, ma solo un ritorno al paganesimo precristiano.

...ricordatevi del Signore che è grande e tremendo e combattete per... le vostre figlie, le vostre mogli e le vostre case... — Nehemia 4:14

Dr. Peter Hammond
Africa Christian Action
PO Box 23632
Claremont 7735
Città del Capo Sud Africa
Tel: 021-689 4480

Fonti:
How Christianity Changed the World del Dr. Alvin Schmidt
E se Gesù non fosse mai nato? del Dr. James Kennedy e Jerry Newcombe.

martedì 13 febbraio 2024

La postmodernità ha bisogno di San Valentino

di Vishal Mangalwadi

L'imperatore romano Claudio temeva il matrimonio. Voleva che i giovani godessero liberamente del sesso, ma senza sposarsi. Egli ben sapeva che quello era il modo più semplice per allevare schiavi. Quei bambini che crescono senza genitori non avranno altra scelta che diventare degli schiavi. Il sesso quindi gli andava bene, era il matrimonio che Claudio disprezzava, e questo perché gli era molto più facile manipolare i giovani non sposati perché dessero la loro vita per il suo impero.

L'imperatore temeva le mogli perché rendevano più difficile per gli uomini lasciarsi ingannare dallo stato o dalla religione. Esse hanno infatti questa didiscevole tendenza di incoraggiare i mariti a mettere al primo posto i figli e i nipoti. La famiglia, come la Chiesa (non quella di Stato), impedisce allo Stato di raggiungere il completo controllo degli individui. Istituzioni autonome come la famiglia e la Chiesa, che traggono la loro autorità direttamente dal Creatore, si interpongono tra l'individuo e lo Stato, impedendogli di diventare totalitario, guadagnando il controllo completo sugli individui.

La volontà degli imperatori è che i sudditi mettano l’Impero al primo posto. Le mogli, d’altro canto, incoraggiano i mariti a mettere la famiglia al primo posto. Ma ciò richiede carattere, ed ecco perché la famiglia è stata concepita per essere una scuola del carattere. Le mogli aiutano i mariti a lavorare, a inventare, innovare e creare ricchezza. Gli uomini sono motivati a creare ricchezza se hanno la certezza che loro e i loro figli potranno godere della ricchezza che creano. Gli imperatori vogliono invece che i loro sudditi saccheggino le ricchezze altrui.

I riformatori europei come Martin Lutero seguirono la fonte di saggezza di San Valentino: la Bibbia. Pertanto promuovevano il matrimonio e la famiglia come la miglior scuola per fondare il carattere sulla virtù divina — una chiave per la libertà. San Valentino era rispettosamente in disaccordo con l'imperatore perché sapeva che non sono la guerra e gli stupri, ma è il sesso nel matrimonio a rendere l'uomo signore della creazione. Quando il Creatore portò un'Eva nuda ad un Adamo nudo, voleva che i due godessero vicendevolmente l'uno dell'altra. Ma sapeva cos'era l'amore vero e appagante, e per questo  chiese loro di diventare una sola carne in un rapporto permanente ed esclusivo. Dio li benedisse: «Siate fecondi, moltiplicatevi, riempite la terra e stabilite il vostro dominio su ogni cosa... non siate schiavi, ma governate come figli miei sulla mia creazione.» Il dominio sulla creazione è lo scopo ultimo della sessualità umana. Il sesso senza famiglia è la via più efficace verso la schiavitù.

I pagani non gradiscono la Sovranità Popolare, perché i loro governanti vogliono essere sovrani sugli schiavi. Pertanto, ancora una volta, incoraggiano i giovani a dedicarsi al sesso senza sposarsi. Ma questa volta c'è una differenza... Attualmente i giovani non hanno paura degli imperatori: si temono invece a vicenda. Sanno che non possono fidarsi delle persone con cui vanno a letto. Gli amanti senza carattere non fanno sacrifici per il proprio coniuge e i propri figli. Non hanno pazienza con i coniugi difficili perché mancano di fede.

Dato che ogni amante deve sposare un peccatore... sanno che il matrimonio e l'impegno portano sia piacere che sofferenza. San Paolo ha detto che Dio usa la sofferenza per produrre perseveranza. La perseveranza, che è il risultato della fede, produce carattere. Coloro che cercano il piacere non si preoccupano del carattere... perché le culture post-cristiane non hanno più dei San Valentino, dei leader radicali che si oppongono alla cultura e incoraggiano gli innamorati a sposarsi: i pastori consentono alle coppie di rimanere fedeli nel matrimonio anche quando ciò significa sopportare pazientemente la sofferenza. Poiché un carattere forte è un segreto importante per costruire una società libera e prospera, ogni società ha bisogno di San Valentino. Gli amanti non possono sposarsi e avere figli a meno che non possano fidarsi l'uno dell'altro. Una cultura della fiducia e del matrimonio è il frutto di una società che mette al primo posto la Verità e la Virtù. La cultura della Post-Verità mina il matrimonio perché rende la Verità e la Virtù flessibili, cioè relative. Ecco perché la cultura postmoderna ha bisogno della seconda venuta di San Valentino.

Immagino che dovrei fermarmi qui — un po' bruscamente — e portare Ruth fuori per il nostro appuntamento di San Valentino in uno degli unici due ristoranti nel nostro piccolo villaggio in Germania.

Vishal Mangalwadi, 14 febbraio 2017.


Vishal Mangalwadi è autore dei libri Il libro che ha costruito il tuo mondo e This Book Changed Everything: The Bible’s Amazing Impact on Our World 

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lunedì 31 ottobre 2022

31 Ottobre: Il giorno della Riforma.

Nel giorno in cui l'occidente decadente si balocca nelle frivolezze occulteggianti di Halloween, degenerazione consumistica di una celebrazione di origini cristiane (Halloween  ha la stessa radice delle parole hallow  — santo —  e hallowed — santificato, che ritroviamo ad esempio nel Padre Nostro il lingua inglese — Hallowed be thy name), non ci stancheremo mai di ricordare che questa data, il 31 ottobre, segna invece l'evento storico tra i più importanti  — se non il più rilevante  — del secondo millennio dopo Cristo, da poterlo considerare a buon diritto come il giorno della nascita della civiltà occidentale, così come l'abbiamo conosciuta.

 A supporto di questa tesi, riproponiamo qui le traduzioni di brevi articoli tratti dalle Celebrazioni della Riforma per il 500esimo anniversario avvenuto nel 2017, scritti dal filosofo indiano  Vishal Mangalwadi, autore dei libri The Book that Made Your World, How The Bible Created the Soul of Western Civilization. [aggiornamento 2023: il libro è stato pubblicato in italiano dalla BE Edizioni] e This Book Changed Everything: The Bible’s Amazing Impact on Our World.

 


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sabato 4 dicembre 2021

Gesù Bambino, Babbo Natale e lo Stato


di Joel McDurmon

L’approssimarsi del periodo natalizio vede il diffondersi di immagini di un sorridente Babbo Natale (Santa Claus in inglese, derivato dall'olandese Sinteklaas, San Nicola). Ma nella vicenda del santo, a cui si ascrivono le origini di Babbo Natale, lui non era probabilmente stato proprio così sorridente. Vera o meno che sia la leggenda che lo circonda, essa ci ricorda solennemente che vale sicuramente la pena combattere per la verità intorno bambin Gesù .

Buona leggenda, migliore dottrina

Secondo quella leggenda, San Nicola partecipò al Concilio di Nicea nel 325 d.C. Questo fu, come è noto, lo storico concilio che ribadì la divinità di Cristo e la dottrina ortodossa della Trinità. Fu qui che l'unitario Ario espose la sua visione secondo cui Cristo non era l'eterno Figlio di Dio, non era divino, non era Dio, ma solo una creazione di Dio.

Alla fine Ario perse quel dibattito e la dottrina della divinità di Cristo, della stessa sostanza di Dio Padre, prevalse. Ma Ario riuscì tuttavia a far breccia fra un considerevole numero di persone, e a far perdere le staffe ad almeno una. Ad un certo punto di quel Concilio, durante le prolungate e veementi proteste di Ario, uno dei vescovi non riuscì più a sopportarlo. Esasperato per l’ostinata difesa della bestemmia, si precipitò sull’arena e colpì Ario in faccia!

Quel vescovo, secondo la leggenda, era il vecchietto sorridente Santa Claus. Sì, proprio così: Babbo Natale schiaffeggiò (forse con un manrovescio) Ario.

La leggenda è quasi certamente apocrifa e, fosse vera, sarebbe un fatto deprecabile. Purtuttavia, essa attesta l'accresciuta, anzi vitale, preoccupazione per la dottrina dell'Incarnazione di Gesù Cristo.

L'Incarnazione e lo Stato

Questa è una dottrina che faremmo bene a esaltare anche oggi. Ciò che fu promulgata a Nicea (e in seguito più pienamente a Calcedonia, 451 d.C.), fu la dottrina che consentì l'avvento della libertà nella civiltà occidentale. È credere che l'uomo Cristo Gesù è pienamente Dio ed è l'unico Re e Sacerdote assoluto su tutti gli uomini e tutte le istituzioni degli uomini. È quella dottrina che si pone in stridente contrasto con tutta la storia del paganesimo e dello Stato pagano, incluso l'umanesimo. È la dottrina che segna la fine di tutto lo statismo.

E nonostante fosse presieduto dallo stesso Costantino, il Concilio di Nicea rappresentò una critica implicita del suo impero e dell'imperialismo in generale.

Stabilito che Cristo solamente è pienamente Dio e tuttavia pienamente uomo, entrato nella storia, neghiamo che tanto la divinità quanto la vera e perfetta umanità  si possano trovare nelle ordinarie istituzioni umane. Nessun individuo e nessuna istituzione — stato, scuola o chiesa — può quindi rivendicare l'autorità suprema sulla terra.

Cristo governa su tutto il cielo e la terra (Mt 28:18), e la sua incarnazione rende tutto ciò possibile. Laddove il misticismo lascia aperta la questione di Dio a ciascun individuo — di chi deve essere Dio incarnato, o chi rappresenta Dio — il Cristianesimo afferma invece che Cristo è Dio incarnato e rappresenta Dio. Se l'uomo risolve la questione con la propria autorità, allora qualche agente collettivo umano alla fine trionferà. Sarà il potere della folla o il potere di uno stato tirannico. Ci sarà un uomo su uno scranno più elevato, in uniforme grigia e mostrine gialle con una cartella fiscale in mano, o in divisa blu con manette e pistola.

Lo Stato diventa quindi il rappresentante supremo dell'uomo, la più elevata corte d’appello sulla terra, e in ultima analisi una divinità incarnata. Quando ciò accade, lo Stato si espande fino ad assumere il ruolo di Dio, arrogandosene gli attributi per sé stesso:

  • Punta l'onnipotenza con maggior potere, eserciti e forza.
  • Punta all'onniscienza con più sorveglianza, più telecamere, con il controllo totale delle informazioni, ecc.
  • Punta alla sovranità assoluta per controllare la vita delle persone attraverso la sua legge promulgata.
  • Si arroga il potere della creazione fiat, dichiarando per decreto il denaro in esistenza dal nulla
  • Punta all'invincibilità, dichiarando per sé stesso e per i suoi agenti l'immunità dalla legge e dalle sue conseguenze. 
  • Assume un ruolo messianico, affermando di provvedere al benessere e alla sicurezza del suo popolo. Gli uomini diventano sudditi delle cure dello Stato, piuttosto che uomini liberi sotto Dio.

Dio ha fornito una via d'uscita da tale tirannia umana nell'Incarnazione di Cristo: nessun uomo, nessuno stato ha una pretesa legittima all'autorità ultima, perché Cristo è il vero Re dei re sulla terra. Quando tiranni e stati cercano il potere degli attributi di Dio, dichiarano guerra sia a Dio sia all'umanità.

La vera libertà si può trovare solo l'ombra delle ali di Dio. E allo stesso modo la vera sicurezza, benessere e salvezza. Tutte le cose che l'uomo moderno desidera, ma rinnega in linea di principio attraverso il suo umanesimo egocentrico, Dio le ha provvedute mediante Gesù Cristo e i Suoi insegnamenti. Solo quando lo Stato si inchinerà davanti al dominio del Re dei re gli uomini ricominceranno a vivere una società libera; poiché solo quando il potere dell'uomo sia individuale sia collettivo è controllato dalla sovranità etica della legge l'uomo sarà libero dalle tiranniche insidie dei suoi simili. L'incarnazione getta le fondamenta di questa libertà, perché c’è un uomo solo visto come una nuova creatura, capace di osservare l'etica di Dio, e solo in Lui c'è Dio che si manifesta nella storia in modo che nessun altro sovrano abbia la massima autorità sulla terra.

Trascurare tutto questo in qualsiasi modo significa aprire le porte alla tirannia. La dottrina dell'incarnazione è vitale per la vera libertà sociale.

domenica 23 maggio 2021

LA FARFALLA CHE MANDÒ IN PEZZI LA MIA FEDE

di  Vishal Mangalwadi 

Mi piaceva molto studiare scienze e, come i miei amici credevo ciecamente in tutto ciò che i miei insegnanti ci raccontavano sugli insetti, di come si sono evoluti milioni di anni dopo la vegetazione. Credere nelle stesse cose professate dai i più grandi scienziati dava sicurezza.. almeno fino a quando un giorno una farfalla colpì la mia immaginazione.

Ero seduto sul balcone, e la vidi volare in giardino. Avevo intenzione di leggere un libro, ma la sua bellezza si rivelò una fonte di distrazione. Continuava ad andare avanti e indietro da un albero di papaia all'altro. Sapevo bene che quelle manovre fossero molto “sexy”, di come raccoglieva il polline dall'albero maschio e lo portava agli alberi femmina per fertilizzarli . Senza la sua opera noi non avremmo di papaie.

In quel periodo i nostri insegnanti erano dei retrogradi, erano ancora convinti che tra le papaia il genere fosse ben stabilito e non fluido. C’era l’albero maschio e l’albero femmina. Perché i loro fiori erano così belli? Perché avevano un così buon odore? Quello era il loro modo di "truccarsi" e "profumarsi" per attirare farfalle e api. Senza le quali non sarebbero in grado di riprodursi.

Ma perché anche le farfalle erano così belle? La loro bellezza gli può risultare fatale, dato che attrae anche i malintenzionati.

Il mio amico Suresh era un ateo orgoglioso . Dall’alto della sua levatura intellettuale redarguì la mia ingenuità: “La bellezza”, pontificò, “è soggettiva, sta nell’occhio di chi guarda. Attraverso ripetuti tentativi casuali e susseguenti errori, l’evoluzione ha selezionato ciò che funziona. L’evoluzione è pragmatica, non estetica, non si cura della bellezza."

Nonostante egli fosse di una cultura e di un’intelligenza impressionanti non era credibile perché sapevo benissimo che era sempre alla ricerca della ragazza più bella. Lui stesso non credeva affatto che ritenere una ragazza più bella di un'altra fosse solo una questione di percezione o di gusto. Nella sua vita di tutti giorni dava quindi per scontato che alcune cose fossero effettivamente (oggettivamente) più belle di altre.

Mentre riflettevo sulla logica di Suresh, compresi che la contraddizione tra ciò che pensava e il modo in cui viveva effettivamente nasceva dal fatto che l'ateismo non poteva spiegare il suo senso di bellezza. Il suo ateismo rifiutava la bellezza perché non poteva spiegare né l'estetica, né la bontà (etica). Suresh usava molto la logica... ma non fu mai in grado di spiegare in cosa essa consistesse o perché la verità dovesse essere logica.

Rivolsi allora le mie domande all'insegnante: 

— Signore, come sono state fecondate le papaia femmina per milioni di anni prima che le farfalle si evolvessero? 

— La differenziazione maschile e femminile nella papaia —  pensò ad alta voce il mio insegnante —  deve essersi evoluta dopo l'arrivo degli insetti.

Questa cosa mi incuriosì.

— Signore, ma come hanno fatto allora le piante a sapere che gli insetti erano venuti all’esistenza, e che quindi potevano finalmente evolversi in piante maschili e femminili distinte?

L'insegnante non la prese bene.

—  Sei il solito piantagrane. Perché non puoi semplicemente credere alla Scienza? 

— Ci sto provando —  gli assicurai — ma questa interdipendenza tra regno vegetale e animale non suggerisce che i due siano venuti ad esistere insieme, o quantomeno in un tempo brevissimo, e non milioni di anni, l'uno dopo l'altro?

— Perché continui a infastidirmi?

L'insegnante era irritato.

—  Signore, sto solo cercando di capire cosa ci sta insegnando. Di come le farfalle possano essersi evolute milioni di anni dopo le piante che dipendono da loro per la riproduzione. . . se devo essere onesto, la mia fede vacilla. Mi chiedo se ha approfondito la scienza che ci insegna, o se crede davvero alla teoria secondo cui le farfalle sono arrivate milioni di anni dopo la papaia solo perché i suoi insegnanti e i suoi libri di testo hanno sentenziato così. Mi chiedo se qualcuno di loro ha effettivamente approfondito le cose che le hanno insegnato.

Purtroppo, quella farfalla mi mise contro il mio insegnante di scienze. Quell'anno gli esami non andarono bene. Quella farfalla mi aveva reso un ribelle.

PS - Il video di 26 secondi è stato girato da Kathy Selbrede. Vi ricorda che se volete avere la farfalla monarca, dovete piantare euforbia.



Vishal Mangalwadi è autore dei libri Il libro che ha costruito il tuo mondo e This Book Changed Everything: The Bible’s Amazing Impact on Our World 

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martedì 20 aprile 2021

Christos Anesti

di Jerry Bowyer

Mi domando quante tra quelle persone che la settimana scorsa sono andate in chiesa comprendano appieno la portata di quello che Gesù fece nella sua ultima settimana di vita terrena, come le sue azioni scaturissero dallo scontro tra ricchezza e povertà, tra libertà e tirannia. I teologi di solito non studiano la storia e gli storici generalmente non studiano teologia. Ed entrambi non studiano mai l'economia.

Ecco quello che avvenne: per più di mezzo millennio, Israele era passata dal giogo di un impero all'altro. Ogni nuova potenza mondiale trattava Gerusalemme come una vacca da mungere, stornando la sua ricchezza verso i forzieri imperiali, per il finanziamento delle ambizioni del regime. Inizialmente fu l'Assiria, poi venne Babilonia, e ancora la Persia e la Macedonia. Alla fine giunse il turno di Roma. E fu in questa epoca che Gesù di Nazareth venne al mondo.

A Roma non gliene importava molto di luoghi come Nazareth, il suo interesse era piuttosto rivolto a Gerusalemme, una città dedita agli affari, e l'affare nella fattispecie era il Tempio, azienda a conduzione famigliare, quella di Erode ovviamente. Il Tempio era stato edificato per una e una sola ragione: per spremere sufficiente denaro dalla regione a pro di Erode e della sua dinastia, al fine di guadagnarsi il favore presso Cesare Augusto.

Roma aveva bisogno del denaro per tenere a bada la plebe dell'Urbe, ed Erode aveva bisogno di Roma per tenere soggiogata la marmaglia palestinese.

Succedeva quindi che quando le persone giungevano a Gerusalemme per fare le loro offerte a Dio, ad ogni incedere della loro devozione religiosa erano fermati da un ennesimo posto di controllo nel quale erano loro imposti ulteriori balzelli. Il viaggio verso Gerusalemme spesso significava superare una posto di blocco Romano, che si traduceva nel risonar di monete: Tin! Tin! E siccome il viaggio era lungo e faticoso per gli animali, era meglio viaggiare leggeri e comprare i sacrifici direttamente a Gerusalemme, ancora Tin! Tin! E per questo genere di cose, ovviamente, non si potevano certo usare le monete pagane Romane, e quindi vai di cambiavalute, di nuovo Tin! Tin! Su decime, offerte, sacrifici, feste Roma riceveva puntuale la sua fetta, Tin-tin-tin-tin-tin. Questa era la sola vera ragione perché ci fosse un Tempio e un Re Erode. Roma avrebbe altrimenti già da tempo saccheggiato il Tempio e ucciso il re. Ma non si uccide certo la gallina dalle uova d'oro.

Se il tempio era ponte tra il cielo e la terra, Erode era il gendarme che ne sorvegliava il transito. Ogni pellegrino che lo attraversasse era tenuto a pagare un pedaggio. Questa era la sola ragione che manteneva Erode al potere, No Martin-tini, No party. I sudditi giudei odiavano il regime, e il rancore montava ogni giorno sempre più, ma Erode non se curava: aveva Roma dalla sua parte.

Ed ecco fare l'ingresso in questo mondo il giovane figlio di un imprenditore Galileo. L'imprenditore, Giuseppe, era un tekton, un abile contraente mentre suo figlio adottivo, Gesù, era un rabbi che raccoglieva intorno a sé un piccolo gruppo di apprendisti (mathetai, discepoli).

Durante il suo ministero, lungo la via per Gerusalemme egli prese a dire e a fare cose che implicavano la perdita da parte del tempio del suo status di fornitore esclusivo dell'accesso alla presenza di Dio. Ma la maggior parte dei Giudei era già giunta a conclusioni simili, sapevano che il Tempio era corrotto, e pertanto come alternativa si radunavano in piccoli gruppi di studio della Torah. Gesù adottò ed esaltò questo nuovo modello di adorazione, creando una rete di piccoli, snelli e auto-replicanti raggruppamenti di persone che potevano studiare e pregare assieme, prendendosi cura dei poveri. Nelle sue parole “Dovunque due o tre sono radunati nel mio Nome, là Io Sono in mezzo a loro”. Va da sé che tutto questo costituiva minaccia per il monopolio del Tempio.

E mandò su tutte le furie la gerarchia templare, i cui mezzi di sussistenza erano così messi a repentaglio. Alla fine Gesù fece un passo di troppo, e inscenò proprio nel tempio una protesta nella quale rovesciò i banchi del “ForEx” dove le monete romane erano scambiate con quelle giudee, cosa che costrinse il Tempio a chiudere, o per usare un termine alla moda “allo shutdown”. Era la goccia che fece traboccare il vaso. Gesù aveva dimostrato concretamente e in vividi colori qual era la ragion d'essere del Tempio: il denaro. Peggio ancora: aveva dimostrato che durante il periodo in cui la Tempio S.p.A. aveva cessato di funzionare il mondo era andato avanti benissimo senza di essa.

Questa presa di coscienza avrebbe potuto destabilizzare l'intero mondo. La Palestina era ingovernabile senza il sistema Templare Erodiano, e una Palestina ingovernabile avrebbe significato che l'oro avrebbe smesso di fluire verso Roma. Ma avrebbe anche significato che il grano avrebbe cessato di attraversare la Terra Santa. Come i nostri carri armati e le nostre navi necessitano del petrolio, così i loro cavalli e i loro schiavi delle galee necessitavano del grano.

I burocrati del tempio usarono i loro ricchi fondi neri per pagare degli attivisti che invocassero la messa a morte di Gesù, e se necessario pagare dei falsi testimoni. Il governatore romano conosceva il modo di conservare il suo posto: non interrompere il flusso di denaro verso Roma. Ciò significava una sola cosa: uccidere Gesù.

Ma Gesù era un uomo politicamente molto accorto, e ben sapeva cosa lo aspettava.

Affrontò i suoi carnefici con coraggio. Accettò, addirittura abbracciò la sua morte, per poi sconfiggerla.

Facendo questo, egli spezzò gli artigli di Gerusalemme e di Roma. Dietro a tutte le gabelle e i tributi, i monopoli, e dietro ai governatori e ai tetrarchi, ai consoli e agli imperatori, si annidava una famelica avidità, vorace di tasse, una avidità che si faceva forte della minaccia di morte. Lo sconfinato egocentrismo dell'imperatore era alimentato dalla plebe Romana, i Romani erano alimentati dal panem et circenses, il panem et circenses era alimentato dagli eserciti, e gli eserciti erano alimentati dai popoli sottomessi, e quelle persone che non erano d'accordo con tutto questo venivano date in pasto ai leoni, o crocifisse, che era anche peggio.

Ed è sempre stato così. Quando i tiranni governano, il denaro fluisce verso l'alto, e la sofferenza verso il basso. In cima c'è sempre un Cesare (o i suoi cugini etimologici, un Kaiser o uno Czar), anche se nell'età moderna questi strizzano ipocritamente l'occhio alla democrazia facendosi chiamare “Presidenti”. Ma è il complemento aggiuntivo “a vita” a rivelarne il vero carattere.

In fondo c'è il nemico dello stato, con tutto quello che lo aspetta: una croce, una camera a gas, e cose del genere. Ogni tiranno governa sempre nello stesso modo: mediante minacce di tortura, di umiliazione e di morte.

Ma quando Gesù disse, “Va avanti, e fai del tuo peggio”, e quando, come i suoi primi seguaci testimoniarono, sconfisse la morte, egli strappò via il pungiglione, lasciando il calabrone contorcersi moribondo.

Al tempo in cui i seguaci di Gesù scelsero la croce come loro simbolo, si poteva ricevere l'impressione che stessero rivoltando il mondo sottosopra, ma questo non è corretto. Quel che fecero invece era di finalmente rimettere diritto un mondo prostrato che era già sottosopra di per sé.

Per averne un idea, immaginate un francese del periodo rivoluzionario che esibisca una piccola riproduzione della ghigliottina, o i sopravvissuti dell'olocausto che esibiscano i loro numeri di identificazione tatuati con orgoglio invece che con vergogna. Ecco, questo è quel che i primi seguaci di Cristo fecero con la croce Romana.

Vero, Roma continuò a saccheggiare e a uccidere per ancora diverso tempo, ma il pacifico esercito di Gesù crebbe. L'impero tentò di sterminarlo, ma il movimento crebbe più rapidamente di quanto Roma potesse uccidere. I Cesari persero progressivamente la loro morsa sul mondo, ma il nuovo modello di Gesù sopravvisse, poi prevalse e infine si diffuse. E uno dopo l'altro ha spazzato via i piccoli Cesari dalla faccia della terra, in una ventata di distruzione creativa.

E quel vento soffia ancora oggi.


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